Il film ha fatto subito parlare di sé lo scorso anno a Cannes, presentato nella sezione ‘Un certain regard’, quindi ha fatto incetta di premi all’edizione di quest’anno dei Magritte, il premio Oscar del cinema belga e per questo è stato inserito nella rassegna Summerfest (24 agosto-25 settembre 2022), con proiezione all’interno del Floating Theatre installato nel laghetto di Villa Ada a Roma. I riconoscimenti tributati al film della Wandel da parte della belga Académie André Delvaux sono di per sé una garanzia di qualità, considerando quanto la cultura cinematografica di quel paese abbia assimilato dell’arte indiscussa, a livello planetario, dei Fratelli Dardenne, campioni indiscussi di un cinema che sa parlare di temi civili, sociali e in senso lato politici, sfuggendo alle classificazioni di genere. In quella matrice si inserisce Wandel, ma ”Un monde” spazia su tematiche così contemporanee da dare nuova linfa a quel modo di raccontare, trasformando lo schermo in uno specchio per ogni spettatore. E lo fa concentrando lo sguardo – e la telecamera – sui bambini, protagonisti così sfruttati quanto stereotipati dal cinema tradizionale. In questo caso, invece, l’obiettivo non si alza mai al di sopra delle teste dei piccoli protagonisti e gli adulti entrano nel racconto solo quando sono loro ad “abbassarsi” al livello dei bambini. Tale espediente cinematografico, riuscitissimo, non toglie però ampiezza e respiro alla narrazione, anzi l’esalta: la storia, e i traumi, della piccola Nora e del fratello Abel, ai primi giorni di scuola la prima e vittima di bullismo il secondo, si intrecciano con le difficoltà degli adulti a gestire le proprie vite e quelli dei piccoli affidati alle loro cure e insieme toccano temi quali l’incomunicabilità, la ricerca di approvazione e consenso, l’invertirsi dei ruoli genitoriali nella coppia, alcuni universali, altri di attualità estrema. Da antologia la sequenza iniziale: Nora fa il suo primo ingresso in una istituzione “totale”, la scuola, ma percepisce sulla pelle e nelle lacrime ciò che da adulta razionalizzerà (o somatizzerà), cioè il delirio dei rapporti sociali, delle costrizioni, dei ruoli, delle invidie, degli ostacoli e delle scorciatoie pericolose che il vivere in branco inevitabilmente porta con sé, insieme a spezzoni di felicità. Una scrittura mai noiosa - nonostante l’assenza di colonna sonora, con i soli rumori della vita frenetica di ogni giorno a fare da sottofondo – colori tenui, nessun espediente di macchina, primi piani mai esasperati ma inquadrature sempre azzeccate e dai toni poetici anche nelle scene più crude, l’assenza di un finale in senso blockbuster rendono questo film di appena 70 minuti o poco più un miracolo nel panorama cinematografico. Ai titoli di coda non si può fare meno di pensare, di rimando, ai già ricordati fratelli Dardenne, ma anche a Kechiche de La schivata (L'Esquivé) e al miglior Guédiguian: tuttavia, poi si comprende che questa regista farà da sé e farà certamente bene. Interessante la sua intervista riportata sul sito Cineuropa, a questo link: intervista Lara Wandel. Film assolutamente da recuperare, per chi non l’ha visto, in rassegne d’essai o in streaming (al momento sicuramente disponibile su Mubi). Una parola infine sull’esperienza del cinema galleggiante: entusiasmante! Comodamente seduti su sedie a sdraio, dotati di cuffie stereo, in una cornice di acqua e verde, si gode di un’esperienza cinematografica completa. Al terzo anno a Roma, dopo le esperienze di Parigi, Londra, Venezia, speriamo si replichi anche nei prossimi anni e non solo nella capitale, le location certamente non mancano!
Articolo del
15/09/2022 -
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