Alla seconda prova in streaming su Netflix Michele Rech, alias Zerocalcare, non raddoppia, anzi… Delude un po’, almeno a chi scrive, la nuova “serie animata” di Zero, soprattutto dopo la piacevole sorpresa dei primi corti presentati a Propaganda Live in epoca Covid e l’ottima impressione suscitata da “Strappare lungo i bordi”, prima serie targata Netflix uscita un anno e mezzo fa. “Questo mondo non mi renderà cattivo” ha di buono la colonna sonora (trovate qui tutti i brani divisi per episodio https://techprincess.it/questo-mondo-non-mi-rendera-cattivo-canzoni-colonna-sonora-zerocalcare/), con lo splendido brano di apertura di Giancane, e le riflessioni dell’Armadillo\Mastandrea, sempre caustiche e spiazzanti, oltre un paio di battute indimenticabili (“Ma che cazzo fai nella vita oltre a lavorà?”... “Ma che cazzo faccio io nella vita, perché me ce devi fa pensà?!” e “La vita è un mozzico, magari domattina te svegli freddo e tu stai a pensà a fra 10 anni…”). Per il resto, già al secondo episodio viene da pensare a quanto diceva Cetto La Qualunque del jazz… Per carità, il talento visivo e narrativo di Zero è indiscusso e forse è addirittura superiore a quello dimostrato sulle tavole dei fumetti, però questa seconda serie calca troppo su tematiche un poco logore: la crisi dell’attivista in preda ai sensi di colpa per aver fatto i soldi, una dolente narrazione dell’adolescenza da romanzo d’appendice più che di formazione, la mistica del presidio democratico e d’umanità nelle periferie (che poi di presidi, nelle periferie, non se ne vedono proprio più…anzi, ciò che balza agli occhi a chi ci vive è proprio l’allarmante omologazione al ribasso), la retorica dello scontro, la psicopatologia del cattivo…una narrazione a tal punto standardizzata e ripetitiva che tutti questi temi diventano retorica e l’ironia non basta a riscattarne la genuinità. Oh, ovviamente questo è solo il parere di chi, come me, ha magari preteso tanto, forse troppo, da questo prodotto e magari lo ha “consumato” in modo sbagliato. Sì, perché per le serie TV io sono convinto che la modalità di fruizione incida tanto anche sul mood con cui poi si assiste allo spettacolo e quindi sul giudizio che ci facciamo: al contrario del film in sala, infatti, ognuno “spezzetta” (o meno) la visione di una serie come vuole e nei momenti della giornata più disparati, per cui prima di esprimere un giudizio bisognerebbe specificare quando e come si è vista la serie. Nel mio caso, se per Strappare lungo i bordi mi sono concesso una maratona di una sola serata, ho invece visto Questo mondo non mi renderà cattivo in sei tranche, tante quanti gli episodi, e sempre in tarda serata…magari ha inciso la “cecagna” (come dice l’Armadillo), chissà… L’invito, quindi, per chi non lo avesse ancora fatto ed è abbonato Netflix, è di recuperare subito i sei episodi (di circa mezz’ora ciascuno) e di farsi subito un’opinione, sperando sia diversa dalla mia, perché Zerocalcare merita comunque rispetto e attenzione!
Articolo del
29/06/2023 -
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