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Come di consueto, ci tiene compagnia dal 31 agosto al 10 settembre, l’attesissima kermesse veneziana, la 62° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. Diretta per la seconda volta da Marco Muller, la mostra è sicuramente più snella; sono infatti 54 i lungometraggi selezionati quest’anno, rispetto ai 71 della scorsa edizione e quattro le sezioni principali (Venezia 62, In Concorso, Fuori Concorso, Orizzonti e Corto Cortissimo). Senza ombra di dubbio troviamo la formula di “Mostra” secondo l’idea di Muller, ridimensionata nella forma, ma che non rinuncia agli autori di culto e di richiamo di questo genere di manifestazioni. Dal programma spiccano gli americani - di solito restii a presentare i loro film al lido – con ben undici film e la presenza del Far East con un prolifico campionario di storie e autori dalla Cina, dal Giappone, Hong Kong e Corea. L’Europa è rappresentata da: Francia, Gran Bretagna, Spagna, Germania, Portogallo, Turchia, Polonia, Russia e naturalmente dall’Italia. In fine per quanto riguarda il resto del mondo troviamo alcune pellicole provenienti dal Brasile, dall’Argentina e dal Canada. Sono 19 le opere che concorrono per il Leone d’oro nella prima sezione della competizione, Venezia 62, più il film a sorpresa (potrebbe essere l’ultimo lavoro del maestro del Sol Levante Takeshi Kitano). Molte le partecipazioni d’Oltralpe, da Luis Garrelle che dopo quattro anni dallo splendido Sauvage Innocence, ritorna al Lido con Les Amants réguliers, a Laurent Cantent di Risorse Umane che ci presenta Vers le sud, e ancora Patrice Chéreau con Gabrielle, che ci riporta nei labirinti dell’anima di una coppia come Intimacy. Il britannico Terry Gilliam è presente con il kolossal The Brothers Grimm; e ancora troviamo l’attesa pellicola del brasiliano Fernando Meirelles The Constant Gardener (quello di City of God per intenderci!). Sono invece tre gli autori del tricolore, che si batteranno per riportare il Leone in patria: Avati con La seconda notte di nozze, che trasforma in attrice il soprano Katia Ricciarelli; Faenza ne I giorni dell’abbandono, si ispira al romanzo omonimo della misteriosa scrittrice Elena Ferrante (nessuno l’ha mai vista, la vulgata dice che sotto questo nome si cela un uomo), già portata sullo schermo da Martone con L’amore molesto; Comencini dirige un cast nostrano con La Bestia nel cuore, trasposizione cinematografica di un suo romanzo. Tra gli americani in concorso ci sono due attori passati dietro la macchina da presa, da un lato John Turturro con Romance and Cigarettes, dall’altro George Clooney con Goodnight and Good Luck, suo secondo film, basato sulla storia di Edward R. Murrow, grande anchorman del periodo di McCarthy. Dal Portogallo Espello magico dell’habituè del festival Sir Manoel De Oliveira e O Fatalista di Joao Botelho. Dal Far East sbarcano al Lido in concorso il coreano Park Chan-wook, che con Sympathy for Lady Vegeance chiude il capitolo della trilogia sulla vendetta; gli tiene compagnia Brokeback Mountain di Ang Lee, western che racconta un amore gay tra cowboy; e l’hongkonghese Stanley Kwan con Changhen ge. Si conclude Venezia 62 con Garpastum del russo Aleksej German Jr. e Persona non grata del polacco Krzysztof Zanussi. Nella sezione Orizzonti, che fa il punto sulle nuove tendenze del cinema internazionale, non potevano mancare ben sette documentari, genere ormai di tendenza negli ultimi anni. Si segnala The wild blue Yonder di Werner Herzog e La dignidad de los nadies armado di Fernando E. Solanas. Tra le fiction in concorso Drawing Restraint 9 di Matthew Barney interpretato dalla sua compagna, la cantante Bjork, anche autrice della colonna sonora; Musikanten di Franco Battiato e Texas dell’esordiente Fausto Parravidino, ex autore teatrale. Terza sezione competitiva Corto Cortissimo, composta da una selezione di cortometraggi in 35 mm provenienti da tutto il mondo. L’Italia che è presente un po’ ovunque è qui rappresentata dall’attore romano Valerio Matrandrea con Trevirgolaottantasette. Il Fuori Concorso è segnalato fin dal film d’apertura della 62 Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, con Seven Swords il wuxia di Tsui Hark, film di cappa e spada ispirato alla letteratura popolare della tradizione cinese. Tra questi spicca il giapponese Takashi Miike che presenta Yokai Daisenso, nuovamente al Lido dopo Izo e Three…Extremis, peliccole presentate lo scorso anno. Come già detto, ci sono molti rappresentanti americani: Elizabethtown di Cameron Crowe, Cinderella Man di Ron Howard e Bubbole di Steven Soderbergh. Infine ricordiamo una co-produzione italiana come The Fine Art of Love – Mine Haha di John Irvin da una sceneggiatura di Alberto Lattuada e Corpse Bride di Tim Burton, film d’animazione in stop motion che omaggia un’antica favola gotica ebraica, con voce di Johnny Depp. Quest’anno la rassegna delle Storie segrete promossa dalla Fondazione Prada è dedicata al cinema cinese e giapponese, curata non a caso, direttamente dallo stesso direttore Marco Muller, antico studioso ed estimatore di quelle cinematografie. All’interno delle Storie segrete prosegue anche il secondo segmento della rassegna Italian King’s of B’s, con due omaggi all’interno della sezione: uno è dedicato alla figura di Casanova nel cinema italiano (dal Casanova di Freda a quello di Steno, da quello di Comencini a quello di Fellini); l’altro al produttore di horror Fulvio Lucidano, presente con i film di Mario Bava e quelli di Massimo Dallamano. Conclude questa mappatura sulla 62 Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia Le Giornate degli Autori (nate lo scorso anno sul modello della Quinzaine des Réalisateurs di Cannes, per esaltare il rinnovamento del linguaggio), la Settimana della critica (alla sua terza edizione, avviata dal Sindacato dei critici cinematografici per la scoperta di nuovi autori) e i Leoni d’oro alla carriera alla nostrana Stefania Sandrelli e al regista di animazione giapponese Hayao Miyazaki, presente a Venezia con tre suoi film inediti per gli schermi italiani.
Articolo del
07/09/2005 -
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