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Voglio dire. Se volete il film di peso, quello che lascia qualcosa (dopo), quello che il regista lo concepisce e lo cura come fosse il figlio, pigliatevi Jarmusch. O Polanski. O Kiarostami. Insomma, chiunque vogliate. Di certo non il regista del patinato pluripremiato serial tv “O.C.” – ma anche, attenzione, di “The Bourne identity” -, Doug Liman. Che dalla tv s’è pure portato il riccioluto protagonista del serial, Adam Brody, a far la parte dell’esca nella pellicola che andiamo or ora a commentare. Il regista, si diceva, non esiste, in “Mr. & Mrs. Smith”, se non per confezionare una cornice adeguata e “fighetta” alla sfilata filmata più pompata degli ultimi anni cinematografici. Beninteso: i sette euro non li sprecate mica, pagando alla cassa il tagliando per la sfilata con Angelina e Brad. Perché, alla fine, il film riesce a reggersi sul montaggio serratissimo che lo rende gustoso, la Jolie e Pitt ‘sono’ tutto (non il resto, come si dice di solito) e il contesto - sfruttatissimo, ma sempre efficace - della crisi di coppia fra due accaniti serial killer funziona discretamente. Questo perché sparare su una pellicola del genere sarebbe troppo facile, significherebbe mischiare il Cinema col cinema. Il primo, parte da un’Idea, la sviluppa audiovisivamente secondo modalità proprie di ogni cineasta. Il secondo, quello con la minuscola, nasce anch’esso da un’Idea: quella del botteghino che scoppia. E quindi s’industria per raggiungere l’obiettivo. Soggetto e sceneggiatura, praticamente, non esistono: John e Jane Smith sono una coppia davvero cool, vestono maglioncini d’ultimo grido e pensano a montare nuove tende per il salone sguazzando nell’enorme ed irriverente – nei confronti del pubblico, che se la sogna – casa. Ognuno, però, nasconde qualcosa all’altro: Mr. e Mrs. Smith sono in realtà due sicari ormai quasi robotici, tanto sono efficienti, strapagati, che lavorano per organizzazioni rivali e nascondono bazooka dal diametro di un ananas nel forno. Quando vengono incaricati di assassinarsi a vicenda le cose si complicano, dando il via ad un impiastro falsocomico di inseguimenti, sparatorie, armi stratosferiche. Come se Diabolik ed Eva fossero - per ipotesi e non mischiamo per carità un fumetto-mito con un pasticcio che si inginocchia all’idolatria hollywoodiana - messi l’uno contro l’altra. Dio ce ne scampi, sai che Babele. Un disastro sul quale, però, trionferà la sensualità e la passione che, al momento giusto, muterà la lotta in complicità finale. I due protagonisti seducono, non c’è che dire. Ma “Mr. & Mrs. Smith” può essere una dignitosa area di sosta fra (per esempio) un dvd di Lynch, il bellissimo, nuovo di Liev Schreiber e l'evergreen "Paper moon" dell'immenso Bogdanovich. Senza impegno, però. E se prima e dopo Angelina e Brad rispettate - più o meno, non siamo mica così fiscali - il menù registico proposto.
Articolo del
14/12/2005 -
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