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I fratelli autori delle famose fiabe tedesche erano in realtà due imbroglioni matricolati che sfruttavano la superstizione popolare dei contadini per il proprio tornaconto economico, fingendosi “cacciatori di streghe”: ecco il nucleo narrativo del nuovo film del sempre bizzarro Terry Gilliam, il membro americano dei Monty Python. Accantonato momentaneamente un progetto su Don Chisciotte con Johnny Depp, Gilliam si immerge in una campagna tedesca di primo Ottocento (favolosamente ricostruita), assoggettata dai napoleonici, e molto più sottilmente dominata da un’antica e potentissima strega che vive al centro di una foresta vivente. Sarà questa l’avversario dei Grimm, che dovranno convincersi della sua esistenza e vincerla. L’inedita coppia dei fratelli scrittori è composta da uno spavaldo e pragmatico Matt Damon (Wilhelm, detto Wil) e da un timido, barbuto e irriconoscibile Heath Ledger (Jakob, detto Jake). La storia, come tutte quelle di Gilliam, disorienta, è sfuggente e sgradevole in alcuni punti, come solo le fiabe (appunto) sanno esserlo; se l’intento del regista era di narrare qualcosa sulle fiabe con lo stile delle fiabe, ci si è avvicinato molto. Soprattutto nelle scene della foresta incantata, spesso saltano i nessi logici, come in ogni bella favola che si rispetti. Siamo vicini all’impostazione de “Le avventure del Barone di Munchausen”, un suo film dell’89, dove il mondo di avventura surreale narrato dal Barone protagonista era molto debitore di quello fiabesco degli attuali Grimm. Nonostante l’impegno del regista e la pregevole messa in scena, si ha tuttavia la sensazione di trovarsi di fronte ad un “Gilliam minore”: forse non ha giovato al film essere un progetto di ripiego, subentrato al Don Chisciotte. Non mancano però momenti di pura visionarietà che meritano la visione. Da non perdere, per gli appassionati, le molte e succose citazioni fiabesche disseminate qua e là: bimbe incappucciate di rosso che attraversano la foresta, fratellino e sorellina che seminano mollichine di pane per ritrovare la strada, baci magici che ridestano da sonni magici, specchi incantati di bellezza eterna… E soprattutto, menzione d’onore alla meravigliosa spalla dei protagonisti, quasi un emblema e un ricordo della stralunata comicità di Gilliam, il divertentissimo maestro di torture italiano Mercurio Cavaldi (interpretato da Peter Stormare, già attore per altri fratelli, i Coen). Nel ruolo della disgustosa strega millenaria, che sembra bella solo se vista nello specchio (embrione per la futura regina cattiva di Biancaneve) è la “nostra” Monica Bellucci, in un ennesimo personaggio più iconico che sostanziale.
Articolo del
19/12/2005 -
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