|
Va giù come un bicchiere d’acqua, l’ennesima trasposizione sul grande schermo di “Orgoglio e Pregiudizio”, il romanzo fondamentale di Jane Austen uscito nel 1813. Nel senso che dell’intricato rompicapo linguistico e morale, per così dire, che è il segno del libro, conserva davvero molto poco: è facile “farselo andar bene”, è semplice seguirne l’intreccio anche perché il ritmo – contrariamente alle attese del sottoscritto, per il quale il libro della Austen è stato uno dei primi ostacoli letterari, da sedicenne – è piuttosto sostenuto. Pare di sfogliare un diario, un album fotografico, qualcosa del genere. Quando invece la Austen, raccontando le vicissitudini d’accasamento delle cinque belle e povere figlie della famiglia Bennett, incastonava fra le righe una visione feroce di una struttura sociale incartapecorita e ormai vicina all’implosione. Segnata dalla frattura pregiudiziale, appunto, fra borghesia rurale e nobiltà cittadina. Insomma: onestà ed efficacia, parafrasando il titolo del film, per la regia del bravo inglese Joe Wright. Che però, in fondo, diverte ed appassiona. Anzitutto per ambientazioni e costumi di enorme impatto visivo – non a caso candidati all’Oscar – che diventano un vero tripudio oculare per lo spettatore. Punto evidentemente a favore. Poi per due-tre interpreti piazzati a dovere: Donald Sutherland, frustrato e sornione papà Bennett funestato dalle comiche ma emblematiche preoccupazioni matrimoniali di mamma Brenda Blethyn (“Se tu avessi cinque figlie, quale sarebbe il tuo pensiero fisso ogni giorno?”). E Judi Dench nella parte di Lady Catherine, la nobildonna che si oppone al legame fra il nipote Darcy (un monoespressivo Matthew MacFadyen) e la protagonista, Elizabeth Bennett. Interpretata da Keira Knightley che, va bene, non sarà né eccellente né bellissima e non meriterà la candidatura come migliore attrice protagonista, ma ha in serbo quel sorrisetto pestifero e maschiaccio ma anche infinitamente seducente che per il personaggio è davvero il cacio sui maccheroni. Per il resto c’è poco da aggiungere, se non che la vicenda appare – nell’intreccio, lo ripeto, più che nell’approccio – piuttosto fedele e ben riuscita, grazie alla diligenza di Wright. E al valore aggiunto – che è poi quanto fa la differenza, in film del genere – dei costumi. E’ stato scritto che sia un “film in costume per la mtv generation”. Non condivido: ho visto cose davvero peggiori destinate alla adult generation così come cose migliori destinate alla cosiddetta (?) mtv generation. “Orgoglio e Pregiudizio” è un bell’idillio cinematografico che della forza detonatrice del romanzo della Austen ha mantenuto ben poco ma che, cinematograficamente, mette in narrazione una storia ben architettata ed impeccabile – in cui comunque quel piglio protofemminista di Lizzie Bennet riesce a rimanere a galla. Ce ne fossero ogni venerdì, in sala, di film del genere.
Articolo del
27/02/2006 -
©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|