Christopher Nolan Insomnia 2002 Warner Bros di Wolfie

Se “Memento” è ormai considerato un vero e proprio cult, il nuovo film di Christopher Nolan ci mostra come l’atto del decostruire, per questo giovanissimo regista, significhi raccontare l'inconscio con estrema semplicità.
E ci riesce bene: valga come esempio la considerazione che la bellissima Hillary Swank (che trovo abbia qualche somiglianza con la Jolie), non viene messa in ombra di fronte al calibro degli altri due protagonisti, un Pacino sessantaduenne che si riscatta dalla vergogna di “People I Know” e un Robin Williams passato magistralmente dalla parte dei cattivi dopo la parentesi psicopatica come fotografo.
In “Insomnia”, le attente valutazioni, le introspezioni sull’assassino presente in ciascuno di noi rendono l’enigma (anzi: la ricerca della sua soluzione) assai marginale rispetto alla trama.
Ciò che ti prende e ti inchioda alla poltrona della sala, insomma, è il motivo che ha scatenato il delitto, il rapporto al di fuori di ogni convenzione fra il detective e l’assassino.
La scena girata sott’acqua, con i tronchi d’albero che impediscono la risalita, toglie letteralmente il respiro e ricorda i colpi di scena di certi film della metà del secolo scorso.
Ma non è tutto. Il rifacimento dell’omonimo film norvegese di Erik Skjoldbjaerg del 1997, suscita anche parecchie riflessioni. In parole povere: fa pensare.
Ed è raro che ciò succeda mediante l’utilizzo di una produzione hollywoodiana, dove comunque, per l’ennesima volta, si incensa un mostro sacro dell’Actor’s Studio. Se ritorniamo per un istante a “Serpico”, o a “Quel pomeriggio di un giorno da cani”, la considerazione che sono passati trent’anni anche per Al, diventa doverosa.
Un’ultima considerazione: se il nome del personaggio interpretato da Pacino – Dormer - avesse un significato, lo spettatore di lingua italiana (o francese) dovrebbe sorridere per il caso.

Articolo del  21/11/2002 -  ©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati