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Ogni anno, come di consueto, con la stagione estiva, le sale italiane compiono un’incursione nella paccottiglia più scadente e pecoreccia della produzione americana. Si tratta soprattutto di divulgare agli spettatori quei prodotti uniformati a stile e gusto televisivo. È per ciò la commedia a fare da padrona nelle sue variazioni di stile e di totale superficialità. Questo è il caso del cinema di “consumo” delle numerose commedie estive. Così a distanza di tre anni dal primo Una scatenata dozzina, il mestierante del cinema mainstream americano Adam Shankman (quello di Missione Tata e di Prima o poi mi sposo per intenderci), fa il sequel di un film abbastanza idiota. Incredibile ma vero, qualcuno sentiva la necessità del ritorno dei Beker, della beniamina delle famiglie cinematografiche americane – scusate il gioco di parole – di un “capitolo due” come Il ritorno della scatenata dozzina, pellicola all’insegna della comicità demenziale pura, con l’ennesimo personaggio del papà americano cucito addosso a Steve Martin (fido di Shankman da Un ciclone in famiglia). Attore prigioniero della propria maschera cristallizzata, come fosse il suo codice genetico, già dai tempi di Parenti, amici e tanti guai, prototipo e suo primo film alle prese con le gioie e i dolori di una famiglia patriarcale tradizionale. Per questo motivo il character di Martin sembra sostanzialmente rimasto immutabile. Il regista non ha il mordente e si dimentica di graffiare i costumi della famiglia, aggiornando le avventure del clan Baker, ci propone un cinema del riflusso, visto il saccheggio di storie comiche sulla famiglia apertamente praticato. La comicità in questo caso scaturisce da operazioni molto facili: il linguaggio comico di Shankman abbassa e impoverisce il film, riducendo i suoi personaggi a macchiette superficiali e a bozzetti vagamente caricaturali, eliminando invece dalla struttura del testo i tratti di possibili complicazioni psicologiche. Una regia inesperta, che usa il cinema unicamente come mezzo per registrare le performance dell’attore/personaggio di turno. Tutto Il ritorno della scatenata dozzina è affidato alla maschera di Steve Martin, che denuncia esplicitamente il senso di cui il testo si fa portavoce. La recitazione del personaggio comico si realizza per l’autore secondo schemi troppo banalizzati, che si adeguano a un’immagine convenzionale. Il film si delinea appunto come una parodia della famiglia: Tom cerca di essere un padre premuroso e perfetto per i suoi numerosi dodici figli. La mimica del personaggio di Steve Martin fa leva infatti sui clichés legati al tema del difficile mestiere di essere genitori e figli. Nell’antesignano eravamo rimasti con il capo famiglia Tom/Steve Martin, allenatore di football in una piccola città di provincia alle prese con il suo nuovo lavoro in una grande università americana, mentre la moglie Kate, scrittrice era impegnata nella campagna promozionale per l’uscita del suo nuovo libro… Anche nella successiva “scatenata dozzina” l’intreccio non ha nulla di innovativo: Tom e la moglie non riescono ad accettare l’abbandono del “nido” da parte dei loro ragazzi, così decidono di riunire tutta la famiglia per una memorabile vacanza estiva, ritrovandosi con tutti i dodici figli al lago Winnetka, nel Wisconsin, nella casa in cui trascorrevano le vacanze. La tranquillità della vacanza viene sconvolta, quando i Baker entrano in competizione con i vicini, la famiglia altrettanto numerosa capeggiata da Jimmy Murtaugh, rivale da sempre di Tom… L’elementarità della messa in scena – i motivi della famiglia sono tutti ridotti a motivi artificiosamente scenografici e al gioco delle gag fisiche – costituisce l’ossatura del film. Questo limite coinvolge la struttura linguistica e tematica del testo, che per fortuna ha il merito di non prendersi troppo sul serio. Un film tagliato su misura per pubblico di teeneger e dei loro corrispettivi genitori senza ambizioni artistiche. “Non esiste un modo per essere i migliori genitori, ma diversi modi per essere genitori perfetti” si annuncia alla fine del film. Benvenuti in famiglia!
Articolo del
18/07/2006 -
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