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Kenneth Branagh, ovvero una vita consacrata al Bardo. Non ha altre passioni quest’uomo, ma non lo si può biasimare: Shakespeare, insieme alla Bibbia, è la base della cultura anglosassone. Al decimo film della sua carriera di regista e attore cinematografico cominciata diciassette anni or sono, è ancora una volta un testo di Shakespeare la sua ispirazione. Dopo Enrico V, Molto rumore per nulla, un superbo e coraggioso Amleto integrale di quattro ore, e un dimenticato Pene d’amor perdute, arriva ad una tragicommedia gioiosa e filosofica sull’Amore, Come vi piace (con il titolo inspiegabilmente lasciato in originale, As You Like It). Branagh, ex enfant prodige del teatro inglese, fu subito bollato come arrogante e vanesio quando una ventina d’anni fa, non ancora trentenne, volle pubblicare la sua autobiografia; sì, vanesio sicuramente lo è (e quattro anni fa ha celebrato con apprezzabile autoironia questo suo difetto con un divertente ruolo nel secondo Harry Potter), ma forse non più di tanti altri leoni del palcoscenico vecchio stampo. Per Come vi piace Kenneth si fa da parte come attore, e resta dietro la macchina da presa, caricando tutto il peso interpretativo del film nelle mani di una stellina americana emergente, Bryce Dallas Howard: una figlia d’arte (di Ron Howard, ex protagonista di Happy Days, e oggi regista hollywoodiano prediletto dagli Oscar) che interpreta quello che è considerato uno dei più belli ruoli femminili del Bardo, quello di Rosalinda. Paradossalmente, questa fanciulla, innamorata (ricambiata) del bell’Orlando, per testarne l’effettivo amore, si traveste da misogino giovanotto e intreccia con lui un turbinante gioco di pseudocorteggiamenti e cinici consigli. Nonostante varie avversità, l’Amore trionfa, con un quadruplice (!) matrimonio. A ben vedere sembra strano, ma pare che al giorno d’oggi non si possa più rappresentare Shakespeare così com’è stato scritto: perlomeno scenograficamente necessita sempre di una rivisitazione. Branagh non fa eccezione: e se sul testo resta un purista del verso classico, interviene sempre sull’ambientazione, come già in passato (ricordate l’Amleto ambientato nell’Ottocento?). Come vi piace passa così dalle foreste francesi medievali dell’originale a quelle esotiche e delicate del Giappone di fine ‘800, e i costumi e i colori (straordinari!) si modificano di conseguenza, creando un effetto estraniante. Così mentre le nostre orecchie sentono recitare le articolate, vere parole del Bardo, i nostri occhi vedono variopinti kimoni, case di legno e stoffa, guerrieri ninja e lottatori di sumo, nobili europei e di colore riunirsi in corti private nel cuore del Sol Levante… Ma alla fine la passione di Branagh per il più grande drammaturgo del mondo è tale che non può non trascinarci con lui, e spingerci a seguirlo, anche dopo i titoli di coda… come la Rosalinda del film, che pronuncia l’epilogo camminando tra le roulotte degli attori e le macchine da presa ormai spente, sorseggiando del caffè in un bicchiere di plastica, e rifugiandosi infine nel camerino della propria roulotte, mentre sorride allo spettatore e gli elargisce gli ultimi immortali versi di Mastro William.
Articolo del
06/10/2006 -
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