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Trama piuttosto originale quella di "Simone", nuovo film di Andrew Niccol, già regista di "Gattaca" e sceneggiatore di "The Truman Show”: un egocentrico regista (Al Pacino) perde il controllo sui suoi attori e pensa di risolvere i suoi insuccessi con un attrice virtuale che, però, gli sfugge anch'essa di mano, diventando più famosa di lui e mandandolo anche in prigione (quest’ultima evoluzione abbastanza scontata). Alcune idee e soluzioni adottate nel film sono buone ma, spesso, rovinate da una sceneggiatura non proprio brillante come vorrebbe essere. "Simone" richiama alla mente film come “Sesso e potere” (in quel caso il regista, sempre Al Pacino, dava vita ad una guerra virtuale). Gli attori, tutti nomi altisonanti, non sembrano esprimersi al pieno della loro fama: accanto ad Al Pacino e Winona Ryder, c’è l'esordiente Rachel Roberts nei panni della protagonista, che la produzione ha tentato inizialmente di spacciare (nei titoli di coda compare come Simone nel ruolo di se stessa) come figlia al 100% del computer. Continua, insomma, l’ossessione del cinema per la confusione che si può ingenerare tra virtuale e reale, falso e vero, i registi di Hollywood ne sono un pò ossessionati, e non solo loro. Il virtuale, il non vero è visto come un pericolo. Ma se l’attrice virtuale funziona meglio perché non bisogna usarla?? (vedi Final Fantasy). La polemica relativa agli attori virtuali che potrebbero sostituire quelli reali, delle macchine che sostituiscono il lavoro umano è credibile o artefatta? Abbiamo paura davvero che il nostro computer ad un tratto tiri fuori proprie opinioni, si ribelli e ci sostituisca nel lavoro? O forse abbiamo più paura di passare troppo tempo davanti al computer e poco o niente con i nostri simili? In una cosa forse le nostre paure sono giustificate: attraverso la mediazione dei mezzi di comunicazione abbiamo perso il contatto con il reale e non c’è nessun bollino blu che ci garantisca dalla menzogna dell’informazione. Niccol, con questo film, non ci regala niente di nuovo, forse meno di quello che si aspettavano i suoi estimatori, e nonostante tutte le sue polemiche sullo star system sembra essersene fatto anch’egli fagocitare perdendo quell’originalità di composizione che trovavamo in Gattaca.
Articolo del
16/12/2002 -
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