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Storia che si muove sul filo della magia, The Prestige, il blockbuster americano, attesissimo nuovo film del Christopher Nolan di Batman Begins. La pellicola ha rappresentato una delle sorprese più piacevoli presentate nella sezione Première, quella dedicata alle anteprime internazionali della prima edizione della Festa Internazionale del Cinema di Roma. Progetto ambizioso questo di Nolan, che si è potuto realizzare grazie a un budget di ben 40 milioni di dollari e a un cast stellare che comprendente Hugh Jackman, Christian Bale, Scarlett Johansson, Michael Caine e anche David Bowie. Lo script prende le mosse dal romanzo omonimo di Christopher Priest e porta la firma di Jonathan Nolan, fratello del regista. La vicenda è un duello di trucchi all’ultimo sangue, un flusso continuo di immagini di estrema competizione tra due colleghi prestigiatori, prima amici e poi nemici (durante uno spettacolo in cui entrambi erano assistenti, la moglie di Robert muore per colpa di Alfred) nella Londra vittoriana di fine ‘800. Protagonisti del film sono appunto Robert Angier/Hugh Jackman e Alfred Borden/Christian Bale, maghi ossessionati dalla gelosia per i rispettivi successi professionali, che si provocano e sfidano nell’esecuzione del numero di magia più stupefacente e straordinario, ma finiscono per trasformare la loro rivalità in una rischiosa battaglia finale, una sfida in cui si metterà in pericolo la loro stessa vita e quella degli altri. Manco a dirlo, The Prestige non è la classica storia alla Harry Potter, al centro della pellicola non c’è solo una storia di trucchi, magia e illusionismo, come potrebbe sembrare dopo l’esplicito incipit. Il sesto lungometraggio di Nolan è anche un film teorico, naturalmente era da aspettarcelo dall’esegeta del labirintico Memento. Lo scheletro narrativo di The Prestige e il registro scopico adottato dall’autore rimandano nella sostanza a quelli di Memento, il regista esplora le dinamiche tra il dispositivo cinematografico e lo statuto spettatoriale, meccanismi preminenti nel rapporto tra schermo e spettatore, marcando ancora una volta un ulteriore punto nella percezione spettatoriale. Soprattutto l’immersione nel mondo della magia permette a Christopher Nolan di esibire la vicinanza del cinema, più di altre arti al linguaggio dell’inconscio e, in particolare, in questo caso ai processi psichici quali l’identificazione speculare o la figura del doppio, del sosia, e del gemello. Attraverso un andamento circolare, un inizio e una fine di film uguali, in cui l’istanza narrante di The Prestige, Cutter/Micheal Caine, con sguardo in macchina, spiega allo spettatore che: “Ogni trucco si svolge in tre atti: il primo è chiamato “la presentazione”, l’illusionista mostra qualcosa di comune, ma ovviamente, non lo è; il secondo è chiamato “il colpo di scena”, ora la cosa comune fa qualcosa di straordinario e se cercate il segreto non lo scoprirete; ed infine il terzo atto, “il prestigio”, che mostra qualcosa che non si è mai vista prima (…)”. Un film in cui si gioca continuamente con lo spettatore, avvertendolo fin dall’inizio che “Non è la magia che conta, ma il trucco che c’è dietro questa”. Tutta la narrazione è costruita intorno a questa struttura tripartita e nell’ipnotica e dirompente conclusione del film – che qui non sveleremo per non perdere la sorpresa finale – il prestigio, avrà un chiaro messaggio metacinematografico: la corrispondenza tra cinema e magia, verità e falsità, le due anime del cinema e specularmente anche della magia. Nolan sottolinea le affinità tra lo spettatore cinematografico e lo spettatore di uno numero di magia, entrambi entrano in un mondo dove tutto è possibile, la consapevolezza di entrambi i soggetti di un’illusione o di un’impressione di realtà. Sappiamo ormai da tempo che il falso è connaturato al cinema, e che spesso la settima arte si è fatta burla di ogni presupposta veridicità – magnifica illusione spettatoriale - del dispositivo cinematografico. La narrazione si muove così in questo doppio binario teorico di finzione e realtà - come del resto nelle altre opere del regista – oscillando continuamente dall’uno all’altro polo.
Articolo del
12/11/2006 -
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