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Quello che facciamo in vita riecheggia per l’eternità. Basta questo messaggio, leit motiv di tutto il film, per capire il senso di 300. Il film, realizzato da Zack Snyder, esordiente nel 2004 con l’Alba dei morti viventi, e tratto da un fumetto di Frank Miller, autore di Sin City, è incentrato sulla sanguinosa battaglia delle Termopili. E’ qui che la tradizione vuole che uno sparuto gruppo di spartani, guidati dal loro re Leonida, abbia resistito per tre giorni all’immenso esercito persiano, composto da un milione di uomini, arrivato per conquistare la Grecia e l’Europa. L’esempio dei prodi spartani darà coraggio a tutte le città greche che si coalizzeranno per respingere le armate di re Serse. Un’ora e 57 minuti di cruente battaglie, in cui si può riconoscere l’influenza di film come il Gladiatore, Troy o il Signore degli Anelli, con dialoghi ridotti all’osso (ma d’altra parte gli spartani erano laconici per definizione), e in cui però le poche frasi lasciano pesantemente il segno, affrontando temi come amor di patria, dignità, onore, tradimento, libertà. Visivamente l’esperienza è forte. Il film è fedele al fumetto, con scene in cui si confondono elementi postmoderni e gusto neoclassico, l’uso del colore è magistrale. Potente anche la caratterizzazione dei personaggi, su cui si impongono prepotentemente re Leonida (Gerald Butler) e la regina Gorgo (Lena Headey). Uno tra i migliori film d’azione degli ultimi anni, che mette lo spettatore nella condizione di immedesimarsi fino in fondo con i personaggi, condividendo la loro sorte e i loro ideali.
Articolo del
02/04/2007 -
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