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Peter Jackson
Il Signore degli Anelli - Le Due Torri
11/02/2003
Medusa
di
Claudio Biffi
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Era l’11 settembre del 1954 quando uscì la prima versione del libro di Tolkien “Le Due Torri” passaggio fondamentale per la saga della Terra di Mezzo e quasi mezzo secolo dopo il racconto si trasforma in immagini dove si celebra la mitologica sfida tra le forze del bene e quelle del male. Il secondo capitolo della saga fantasy ha inizio da dove era finito “La Compagnia dell’Anello” senza preamboli ma subito con una deflagrante lotta mortale tra Gandalf (ora mago bianco) e il demone infernale Ballrog. “Le Due Torri” è l’episodio centrale dell’intera storia e come tale si comporta delineando i contorni della vicenda che deve condurre l’hobbit Frodo a gettare l’anello nelle fornaci del Monte Fato, ma il cammino emotivo e fisico è ancora lungo e tra la comparsa di nuovi personaggi e la conferma dei vecchi, i colpi di scena non mancano, specie per chi non ha letto il libro. Bisogna dire che gli aspetti spettacolari – commerciali prevalgono sui contenuti psicologici legati ai personaggi, e nei 180 minuti della durata del film l’azione non lascia mai tregua allo spettatore, aiutata anche dallo scorrere parallelo di tre storie legate tra loro ma in grado di proseguire in maniera indipendente. I componenti della compagnia si trovano costantemente a dover lottare per se stessi e per la sopravvivenza del genere umano e tra battaglie con orchi, mostri vari, e creature del male sembra che la fine di tutto sia sempre in agguato, ma alla fine gli eroi trovano al momento giusto le forze morali e fisiche indispensabili per sopravvivere. Con “Le Due Torri” il regista Peter Jackson si conferma un talento naturale ed è da ammirare il coraggio con cui ha saputo trasportare in immagini un romanzo così complicato soprattutto per l’analisi interiore dei personaggi che Tolkien ha messo in primo piano nella lettura originale. Da ricordare sopra tutti in questo secondo capitolo è il personaggio (digitale) di Gollum, hobbit decaduto, che non riesce a star lontano del suo “tesoro”, l’anello un tempo posseduto e che lo ha ridotto a larva umana in conflitto perenne tra la dedizione e il tradimento del suo nuovo padrone, il buon Frodo sempre più contagiato dal peso del fardello che è costretto a portare. Tra battaglie che rimandano a Kurosawa, a foreste che si muovono e vanno alla guerra con chiari riferimenti a Shakespeare, a violente e tenebrose scene di guerra che obbediscono più ad una logica da colossal che al vero spirito dell’opera di Tolkien, la storia segue il suo naturale corso di preparazione per l’epico finale che avverrà tra circa un anno con “Il Ritorno del Re”. Fiduciosi aspettiamo!
Articolo del
11/02/2003 -
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