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La Pixar ci regala un altro dei suoi gioiellini. Esilarante, divertente e ben fatto, Ratatouille conquista lo spettatore con la sua storia orchestrata in modo del tutto originale. Il protagonista del film, Rémy, è un topo con un olfatto e una passione per la cucina fuori dal comune. Per via di numerose avventure approda alle porte del ristorante parigino appartenuto al suo chef preferito, Auguste Gusteau, dove incontra il giovane e imbranato sguattero Linguini. Da questo momento in poi la coppia darà vita ad un irresistibile sodalizio culinario, che sfocerà in una forte e imprevedibile amicizia. Ingrediente fondante: lo smisurato amore per la cucina di Rémy, che fa da bilancia all'incapacità del Linguini di fronte ai fornelli. Sarà proprio da questi presupposti che si svilupperà una storia brillante, che ripercorre la capitale francese nelle sue specialità più tipiche, fino ad approdare al ratatouille, piatto caratteristico provenzale. Un titolo quanto mai riuscito: se il piatto principe ci rimanda alla regione ricca di profumi e aromi della Francia di confine, le prime sillabe di quest'ultimo non corrispondono ad altro che al temutissimo topolino eroe del film.
La pellicola è convincente anche nelle immagini, curate nel dettaglio, con un'attenzione meticolosissima nella ricostruzione degli ambienti, dei negozi e delle vetrine effettivamente esistenti a Parigi. Come al solito la Pixar non si pone limiti, arrivando ad acquistare i diritti per copiare i segreti della città e inscenarli nel vivo della sceneggiatura. Ottima la ripresa della vetrina del negozio di animali, quasi agghiacciante nel suo stile, nella riproduzione, nella capacità di giostrare le luci e gli effetti in un prodotto di animazione. Perciò giudizio positivo per i disegni, non c'è che dire: dal punto di vista grafico è difficile trovare un capello fuori posto.
Se proprio si vuole andare a scavare, forse qualche lieve imprecisione la si potrà anche trovare. Nulla di grave, però. Nulla che meriti di essere citato. Perché, anzi, vale veramente la pena di prendersi un istante di tempo – di svago – per scendere dal podio dei grandi maestri cinematografici e approdare su di un piano filmico medio ma dignitosissimo. Scevro da intellettualismi e per nulla presuntuoso, Ratatouille coinvolge, affascina e fa sorridere per la sua vivacità e la sua carica nel catturare il pubblico. Avvolgendolo con le note di una fisarmonica che suona a ritmo di un jazz soffuso. Sonorità che non infastidiscono, ma che – al contrario – tengono il passo con la storia senza brusche virate e senza cadute di scena.
Articolo del
02/11/2007 -
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