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ANTEPRIMA EXTRA! In Italia dall'11 gennaio 2008 Dalla nostra corrispondente al festival Asiaticafilmmediale, Roma
Ad un anno dalla morte del padre, Francis (Owen Wilson), Peter (Adrien Brody) e Jack (Jason Schwartzman) - tre fratelli diversissimi tra di loro e con antichi contrasti mai risolti - decidono di riunirsi e di intraprendere un viaggio spirituale in India. Oltre alle beghe famigliari, anche le vite dei tre protagonisti non sono certo tra le più tranquille. Francis, il più grande, appare in tutta la pellicola con il volto ricoperto da bende, applicate per celare le ferite provocate da uno sfortunato quanto illuminante incidente in moto. Peter, il più legato alla defunta figura paterna (immancabili sul suo naso gli occhialoni retrò del progenitore), fugge dalla sua vita coniugale proprio a ridosso del parto della moglie. Jack, il più piccolo dei tre - scrittore in erba con il cuore in frantumi - è un uomo ossessionato dalle segreterie telefoniche e dipendente dalle emozioni. Il trio, variamente assortito di caratteri discordanti trasposti in fisicità opposte, intraprenderà un percorso fatto di mappe, luoghi selvaggi in cui riflettere, piume di pavone, fugaci amplessi, limonate dolci, serpenti velenosi e fiumi di sciroppi per la tosse e antidolorifici per poi ritrovarsi con un unico obiettivo: ritrovare la madre, Patricia (Anjelica Houston). Sparita dalle loro vite prima del funerale del marito per relegarsi ad un’esistenza da eremita.
Una commedia avanguardista e originale, dal retrogusto amaro nel momento in cui si indaga, con una meticolosità quasi documentaristica, sugli usi e costumi di un’India allo stato brado ma incredibilmente affascinante, piena di calore umano e ricca di spunti meditativo – spirituali – e non è la solita, stantia retorica su quel grande continente. La pellicola viene preceduta da Hotel Chevalier, cortometraggio che funziona da prologo del film nonché da epilogo della relazione tra Jack e la sua fidanzata (Natalie Portman). Il tutto ambientato in una suntuosa camera d’albergo nel cuore di Parigi. Wes Anderson, regista e sceneggiatore, ha scritto The Darjeeling Limited insieme a Roman Coppola e allo stesso Jason Schwartzman. Amante delle intricate e surreali vicende famigliari (basterà citare uno dei suoi precedenti lavori, l’ormai leggendario I Tenenbaum), Anderson ritrae i suoi personaggi con un pizzico di esasperazione umoristica, ma anche con un’incredibile sensibilità che traspare prepotentemente dai volti e dalle personalità di ognuno di loro.
Grandissima importanza, fra l’altro, ai dettagli e agli oggetti. Onnipresenti, ad esempio, le valige del padre scomparso, portate a zonzo per tutta l’India, disegnate appositamente dal designer Marc Jacobs.
The Darjeeling Limited, presentato alla biennale di Venezia di quest’anno e atteso nelle sale italiane non prima di gennaio 2008, è un cocktail di brillante umorismo e profonda introspezione nel bel mezzo di un particolare confronto interculturale ed emozionale, a metà tra il famigliare e l’ignoto, alla ricerca di se stessi.
Articolo del
29/11/2007 -
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