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La Dreamworks non è la Pixar, ed è consapevole di non esserlo. Bee Movie infatti continua nel ribadire questo concetto, come se si trattasse di un bravo studente che però difficilmente potrebbe raggiungere la vetta di primo della classe, pur avendo una buona media voti.
Sono le mani di Steve Hickner e Simon J. Smith – già esperti de Il principe d’Egitto il primo, e di Shrek il secondo – ad avere in affidamento la regia dell’ultimo prodotto della casa spielberghiana, nato da un’idea del comico statunitense Jerry Seinfeld.
Barry è un’ape fresca di laurea e già destinata all’occupazione di operaia. Desideroso di scoprire cosa offra il mondo oltre l’alveare, si avventura in città e stringe amicizia con una donna. I due danno poi inizio ad una battaglia contro i produttori di miele, che finirà per sconvolgere il preesistente equilibrio naturale.
Quest’opera, figlia di un processo produttivo che ne genera ormai a cadenza quasi semestrale, si rivolge ad un pubblico piuttosto giovane. Come nel lontano Z la formica, sono di nuovo gli insetti a farla da padrone: scelta non troppo originale, ma in ogni caso azzeccata poiché riescono facilmente a catalizzare le simpatie del target di riferimento.
La vicenda regge discretamente per i circa novanta minuti di durata, ed è chiaro fin dal titolo che saranno i giochi di parole e le assonanze ad avere il compito di generare una certa ilarità nei dialoghi. Giochi di parole che, con la traduzione in italiano, tuttavia potrebbero sembrare un po’ banali e scontati. Alcuni snodi nella trama – vedi l’immediata integrazione delle api nel mondo umano – danno l’impressione di essere un po’ forzati e poco credibili. A patto, ovviamente, che di credibilità e verosimiglianza si possa parlare in una pellicola di pura fantasia ed artificio, già a partire dalla tecnica realizzativa. Che si vanta di una veste grafica d’altissimo livello.
I film d’animazione spesso si caratterizzano per molteplici livelli di lettura destinati a diverse tipologie di spettatore, dal bambino all’adulto – come nel recente e splendido Ratatouille. In questo caso il discorso appare più semplificato: ad una vicenda tutto sommato lineare, fa da sfondo un sottotesto ambientalista, puro e senza troppe pretese. Che di certo male non fa. Ed anche diverse altre pesanti allusioni che, alla fine, forse tendono a strizzare l’occhio – come sempre più spesso accade – anche ai genitori illuminati.
Bee Movie sembra rinunciare ai rimandi e al narcisismo citazionista della saga di Shrek, nonostante siano lo stesso presenti alcune incursioni nel mondo reale. Come la divertente trovata di inserire delle versioni digitalizzate di Sting e Ray Liotta, “punzecchiati” in aula di tribunale.
In lingua originale sono star del calibro di Renée Zellweger, John Goodman, Chris Rock e Oprah Winfrey a prestare la voce ai personaggi animati. Purtroppo nella traduzione italiana questo privilegio viene a mancare, ma almeno stavolta non ci dobbiamo sorbire le voci di Dj Francesco o Luisa Corna!
Ciò che ne esce è un simpatico prodotto d’intrattenimento, nella media e non deludente se non si parte con troppe aspettative. Che, a tratti, vi regalerà qualche sonora e onesta risata. Senza contare che non potrete fare a meno di innamorarvi dell’incantevole Vanessa, la sbarazzina spalla umana dell’apetta Barry. Aspettando con ansia Wallie, capolavoro annunciato targato Pixar previsto per il prossimo anno.
Articolo del
05/01/2008 -
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