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L’impiegato alienato che trova la felicità nel fallimento. Il sacrificio di chi ama con tutti anima e corpo. Il piacere di uno sbaglio e una semplice lezione: la felicità, il piacere e l'amore non bastano a rendere una vita piena, alla fine della giornata è la sofferenza che ci fa andare avanti con un senso e una meta.
La struttura è la stessa di Pulp Fiction senza troppo sesso, troppa droga e troppo rock'n'roll. Insomma una fiaba, parabola moderna portata avanti con il principio dell’intraducibile (dall’inglese) serendipity, ordine cosmico o divina provvidenza, fa lo stesso. The Air I Breathe può benissimo essere definito come un piacevole incontro di stile tra i due film, quello di Tarantino e Serendipity (2001, con Kate Beckinsale e John Cusak).
Quattro storie: felicità, piacere, sofferenza, amore. Un filo conduttore: la crudeltà dell’uomo. In una parola: la vita, come da regia dell'esordiente Jieho Lee.
Andy Garcia è fantastico come al solito nel ruolo del gangster e Brendan Fraser una piacevolissima sorpresa nei panni dell’eroe drammatico. Sarah Michelle Gellar mancava un po’ a tutti dalla fine di Buffy: in questo film è cresciuta, il viso da ragazzina rimane ma si intravede del potenziale oltre il type cast horror che la fortunata serie le ha appiccicato addosso. Nel cast anche Forest Whitaker e Kevin Bacon con le solite performance incriticabili.
La città è indefinita, un piccolo piccolo mondo dove tutto sembra inevitabilmente collegato. Un set più che un luogo, tutte le città, proprio perché Lee spersonalizza i caratteri, no name people, solo essenza.
La critica non ha particolarmente acclamato questo film perché troppo referenziale, troppo stereotipato, tecnicamente e acriticamente allegoria. Non si può proprio ammettere una dichiarazione di intenti più chiara: i personaggi non hanno nome. Sono ciò che fanno e ciò che sentono, puri, contaminati di vita ma non dalla formalità. Non servono spiegazioni e non ne vengono offerte nel film, come la preveggenza del Piacere.
Sarah Michelle e Fraser hanno un'inaspettata alchimia, come piacere e dolore si accompagnano, si sfiorano ma non riescono ad incontrarsi davvero se non per pochi istanti.
Particolare della colonna sonora le canzoni e ritmate, quasi frenetiche che si sovrappongono agli slowmotion, effetto classico e ben utilizzato per tutta la durata del film. Soundtrack ottima in generale.
The Air I Breathe è decisamente un noir, neo se vogliamo essere precisi, un neo noir che veste alla perfezione la metafora rappresentata da Lee, d'altronde il noir è un po’ realismo. Decisamente diretto e mascherato allo stesso tempo. Ottimo.
Articolo del
24/04/2008 -
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