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Guillermo Del Toro
Hellboy II: the Golden Army
Fantastico, 110' - U.S.A.
2008
Dark Horse Entertainment, Lawrence Gordon Productions, Mid Atlantic Films, Universal Pictures / UIP
di
Marco Jeannin
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C’è qualcosa di strano in Hellboy. The Golden Army è un seguito insolito, nato da un primo capitolo di scarso successo. Basta questo a renderlo anomalo. Di anomalo c’è anche che più di qualsiasi altro prodotto mainstream, la saga del demone rosso è frutto di una vera e propria opera di passione da parte del regista Guillermo Del Toro. Sfogliano i fumetti della Dark horse, capita addirittura di trovare introduzioni alle storie firmate dal regista messicano. Un bel rapporto quindi con Mike Mignola, creatore del personaggio e puro talento visivo. Questo incontro di visionari (aggettivo oltremodo inflazionato), ha prodotto un adattamento particolare e avvincente. Del Toro si è preso il ruolo di regista e sceneggiatore, Mignola ha prodotto e partorito la storia. Questa è la genesi di un film che tutti attendevano e solo in pochi sanno il perché. Per chi è a digiuno del primo capitolo cinematografico (e credetemi, non pochi), l’incipit di questo Hellboy II provvede a dare una panoramica riassuntiva sul personaggio, oltre che introdurre nella nuova trama, fatta di mostri di ogni genere, personaggi ai limiti dell’immaginabile e situazioni action visivamente affascinanti. Un prologo animato che suona tanto di esercizio preparatorio per la direzione de Lo Hobbit, tutta sul groppone del maxi messicano barbuto.
Il resto del film si sviluppa su una linea narrativa decisamente complessa e oltremodo ricca: tantissime scene, tantissimi personaggi nuovi (Krauss su tutti) e vecchi (Liz Sherman, Abe Sapiens), e un intreccio più succulento. Di Del Toro si fa un gran parlare ultimamente. In questo Hellboy II però, finalmente si può tastare con mano l’abilità registica e la capacità drammatica. Sono diversi i punti con inflessioni addirittura shakespeariane, intervallati da grandi scene epiche, d’azione e siparietti comici gustosissimi. Il personaggio di Hellboy viene stratificato maggiormente, facendo leva sulla sua non umanità che tanto va cercando. Un approfondimento del personaggio che si rende necessario, quando del personaggio hai già le coordinate base. Ecco perché è utile andare a vedersi il primo episodio.
Ottima la controparte malvagia e il parallelo, tanto caro al regista (vedi Il labirinto del fauno), tra il mondo degli umani e il mondo fantastico. La guerra che sta per scatenarsi è frutto della disumanità degli uomini che hanno fatto del mondo un parcheggio per centri commerciali, dimenticandosi della natura e della magia. Una critica condivisibile e decisamente toccante. Quello che però, da amante del fumetto, fatico a mandare giù, è il clima dell’intero film. Le storie di carta sono caratterizzate da un clima plumbeo e tetro, che ripercorre i miti e le leggende di tutto il mondo, portando avanti la storia di questo demone rosso sboccato ma introverso. La piega che ha preso il film invece è più aperta, luminosa e leggermente patinata. Vedendo il nome di Mignola nei crediti, immagino che questo “cambio” sia dovuto all’adattamento e all’incontro con Del Toro. La chiave allora sta nel cercare di vedere il film per quello che è, ovvero un grandissimo fantasy tratto da un grandissimo fumetto. Fa piacere notare che alla voce budget non si superano le cifre esorbitanti dei recenti Blockbuster e fa ancora più piacere vedere un regista affidarsi spesso e volentieri a quei pupazzoni che rendono il cinema ancora più fisico e magico.
Hellboy II quindi è veramente un film da apprezzare e gustare a più riprese. Un vero passo avanti per una saga che speriamo non si fermi qui, ma ci regali ancora sprazzi di pura fantasia e grande cinema.
Articolo del
20/07/2008 -
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