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EXTRESCLUSIVA! Non è prevista distribuzione italiana
August è la storia di un mese e di due fratelli che lottano per salvare la società che hanno costruito. È il ritratto dei conflitti che stressano la generazione Ics e dell’incertezza che hanno tra le mani. Il mese di agosto 2001 rappresenta un limbo, l’attesa del vecchio mondo che aspetto di diventare nuovo in qualche modo.
Il film: citazioni importanti sulla colonna sonora city-ambient ed elettreonica, il protagonista Tom (Josh Hartnett) cita McLuhan durante una discussione e il peso dell’11 settembre si sente mentre i personaggi parlano, camminano per strada con il rumore degli aerei sopra la testa che cresce fino a prendere la scena e sparire in lontananza. Ma l’occhio è distratto dalla strada, dalle macchine e dai colori caldissimi dell’agosto newyorkese. A metà film arriva il discorso sincero e autodistruttivo/eroico dal pulpito, Tom Sterling parla di internet, della tecnologia e dei vari marketing e “cose” associate, parla delle persone e fa un’altra citazione elegantissima: “Avete visto l’inizio di Un Chien Andalu, dove il tizio taglia l’occhio con una lametta? Questo è quello che facciamo.”
La chicca: David Bowie compare alla fine del film nella scena che segna la battaglia tra i dinosauri del commercio vecchio stampo e i giovani dell’e-commerce. Il Duca è lì per dare un corpo alla metafora ed è perfetto, tutta la scena lo è: l’ambizioso imprenditore della piccola impresa nascente, tatuato e in blue jeans si scontra ad armi impari sul territorio nemico, l’ufficio in stile coloniale, tappeti pregiati e poltrone di pelle.
La metafora in stile: Landshark è il nome della società protagonista del film. Tradotto significa squalo di terra, non si capisce mai di cosa si tratti effettivamente l’azienda dei fratelli, eterea, immateriale. Frutto di contrasti generazionali o espressione di questi. August fa della filosofia in stile, un dipinto generazionale con i toni di un romanzo settecentesco. Semplicemente molto bello, da vedere. Già il fatto che un film mi ricordi gli studi universitari è un superplus, anche se a tratti sia lo script che la regia sono un po’ troppo verbosi, come se il regista cercasse di sottolineare spasmodicamente i momenti e le frasi dei discorsi filosofici, senza accorgersi che per chi sta ad ascoltare in quel momento la scena si spiega da sola; non è forse un passaggio per tutti, ma tanto vale lo sforzo perché chi non capisce le parole di Tom si sofferma a guardare e il risultato finale è lo stesso: centro nel senso della scena.
Lo stile: assolutamente fantastica la scena in cui ubriaco al bancone di un bar parla prima con la barista, poi con una donna che si rivela essere con un concorrente. Il finale ovviamente “oh, so noir” come l’intera scena, con in pugno e un blackout. Segni dell’intera produzione che si dimostra tecnicamente giovanissima, nel bene e nel male, e al tempo stesso stilisticamente retrò, ma fresco, non quel retrò spento che sa di nostalgia.
Il racconto si chiude il 25 agosto 2001, giorno della morte di Aaliyah (citato lo schianto dell’aereo nel film, perfetto): nessun attentato nessuna scena drammatica, solo un presente immobile e il futuro da guadagnare.
Regia di Austin Chick, presentato al Sunset Film Festival all’inizio dell’anno e da poco nelle sale Usa. Uscita nel resto del mondo: n/a.
Articolo del
29/08/2008 -
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