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Veronica, detta Vera ( Caterina Murino) resta incinta mentre a suo marito Mario (Alessandro Gassman) viene diagnosticata l’infertilità. La coppia entra in crisi: mentre Mario, rappresentante di fertilizzanti, si consola con generose amanti, Veronica comincia una personalissima indagine sul concepimento del bambino che porta in grembo. Poco prima di scoprire la gravidanza, Veronica è stata aggredita in un tentativo di rapina ed è svenuta. Cosa è successo nel buio della perdita di coscienza?
Pappi Corsicato affronta con questo lungometraggio pop, iperfomato, e colmo di citazioni, temi importanti come stupro e aborto. E lo fa non soffermandosi mai sul malessere dei personaggi, sembra amarli troppo. Nella loro fisicità, floridezza, nudità. Le forme generose delle donne sono come ulteriormente ingigantite da monili e tessuti che le svelano mentre esse sfuggono, strizzando un occhio o sorridendo. La Murino viene ripresa usando tutti i piani: primo e primissimo, dettaglio, figura intera. La regia la inquadra sovraesponendola, come bruciandola, quasi a volerla scoprire anche quando è nuda. E questo sempre lasciando il mistero di tutto quanto è e resta invisibile, anche quando paradossalmente non potrebbe essere più visibile. Il fim è una fantasia, in senso musicale, sulla condizione femminile e la famiglia.
Il seme può creare discordia.. Può diventare una ipertrofica e maleodorante osssessione (che cosa è altrimenti la semenza di cui Mario è rappresentante e che provoca reazioni chimiche a catena?). Ma un seme è pur sempre un seme, è l’inizio di qualcosa. Il cattivo odore della discordia si può lavare via, come cercano di fare tutte le donne della pellicola, dedite quanto altre mai alla pulizia di ogni genere di superficie. Sarà l’incubo dei cumuli di immondizia, ma è più che altro un sogno puro che, se lasciato essere quello che è, si consegna nella leggerezza.
Con questo lavoro, Pappi Corsicato emerge dai buchi neri e irradia il suo cinema di una luce intensa, capace di avvolgere il vuoto e renderlo pieno, capace di ingravidare il non visto con il sogno e accompagnare i suoi personaggi al compimento di sé.
Particolarmente riuscita la scena dei gigli bianchi che vestono il corpo della Murino mentre sogna un’immacolata concezione che la solleverebbe da ogni cruccio e da ogni problema. Ironicissimo riferimento alle sterili polemiche che contiunano a incendiare l’opinione pubblica nel nostro Paese.
Una menzione per la musica del film, completamente composta da citazioni di brani di soundtracks del passato.
Articolo del
22/10/2008 -
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