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Saul Dibb
La duchessa
Drammatico, 110' - U.S.A., U.K., Italia, Francia, Danimarca
2008
Boom, BBC Films, Magnolia Mae Films, Pathé Productions, Qwerty Films / BIM
di
Omar Cataldi
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Mentre la Rivoluzione francese era alle porte e l’indipendenza americana era ormai un dato di fatto, una giovane e affascinante duchessa furoreggiava nell’immobile Inghilterra, Georgiana Spencer Cavendish, moglie del duca del Devonshire. Poco si conosce da noi di questa figura carismatica, così legata alla storia britannica, per il suo spiccato anticonformismo in una nazione particolarmente irrigidita dai sussulti di libertà provenienti dall’altra parte dell’oceano. La notizia che ha fatto più scalpore su di lei, ampiamente sfruttata a livello pubblicitario, è stata il suo lontano legame di parentela con la compianta Lady Diana, della quale sembrò anticipare il fascino e il buon cuore.
“Lady G” , dicono gli storici e i cronisti dell’epoca, era un portento di bellezza e intelligenza, famosa per le proprie creazioni d’alta moda, la passione per il gioco d’azzardo e il sostegno al partito degli Whigs. Scalpore fecero, ad esempio, le sue “vendite di baci” in cambio di voti per il partito, un’azione davvero impertinente per l’epoca.
Cosa è rimasto di tutto questo nel film La duchessa di Saul Dibb? Di un personaggio così variegato, che avrebbe meritato un trattamento cinematografico più approfondito, giunge a noi solo una fetta (seppure interessante) quella sentimentale. Assistiamo perciò al matrimonio della nostra eroina con un duca particolarmente ottuso e infedele, che Georgiana tenta inizialmente di amare, fino a gettare la spugna, rendendogli pan per focaccia con un amante. Vediamo un ménage-a-trois con duca, duchessa e amante del primo/amica della seconda convivere sotto le stesse sontuose coperte. Ma soprattutto, nel grande finale dolceamaro, la duchessa rinunciare al suo amante (futuro primo ministro) e all’anticonformismo per poter continuare a prendersi cura dei propri figli.
Per i numerosi fan dei film in costume, c’è di che sgranare gli occhi di fronte alle superbe location e agli imponenti vestiari femminili. Per gli appassionati del frigido melodramma british, fatto di emozioni che scorrono sottopelle come sotterranei fiumi di lava che non eruttano mai, c’è un Ralph Fiennes imbolsito e rigido, perfetto esempio di nobiltà ottusa. Per chi pende dalle labbra della sempre deliziosa Keira Knightley, la troverà degna di nota in una grande scena drammatica del sottofinale, oltre che nel suo solito repertorio di smorfiette birichine. Per i pochissimi che volessero indagare sulla donna storica: il film porta decisamente fuoristrada, muovendosi solo nell’ambito amoroso, e dedicando a tutto il resto degli accenni talmente fugaci in sede di sceneggiatura, da lasciare perplesso lo spettatore in diversi momenti. Poco importa però in fondo: la confezione elegante di questi tempi è già una ricchezza.
Articolo del
13/01/2009 -
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