|
E’ uno di quegli artisti americani che tendono a passare inosservati, Ed Harris: uno di quegli onesti e solidi attori di vecchia scuola le cui grandi performance, spesso in ruoli di comprimario, vengono oscurate dalla grande star di turno. Per certi versi, nella sua rocciosità ricca di sfumature, ci ricorda l’assai più noto Clint Eastwood. Proprio come quest’ultimo, Harris ha sentito il richiamo del western, che prima o poi arriva alle orecchie di ogni veterano del cinema a stelle e strisce. Dopo questo ottimo Appaloosa, firmato come regista oltre che protagonista, riceve anche lui la “patente” di americano doc.
Parlare di western classico è spesso tautologico: si tratta di un genere la cui classicità è già intrinseca, trame e situazioni di stampo universale si ripetono con varianti minime. L’Appaloosa del titolo è una cittadina senza legge nel New Mexico di fine Ottocento, esposta ai capricci del prepotente e omicida allevatore di turno (Jeremy Irons); i cittadini vessati eleggono a sceriffo la leggenda del West Virgil Cole (Harris) perché faccia ritornare la legalità. L’elemento anticlassico è quello femminile, rappresentato da Miss French (Renée Zellweger), donna amabile e misteriosa che instaura un rapporto con lo sceriffo, risvegliando in lui sentimenti che in un pistolero di professione dovrebbero restare sopiti; tanto più quando il protagonista è già “legato” da una pluriennale, virile amicizia/collaborazione col suo fedelissimo vice Everett Hitch (Viggo Mortensen, magnificamente misurato), e una donna andrebbe a destabilizzare questa solida costruzione emotiva, fondamentale ai due per la loro stessa sopravvivenza.
Le donne del West classico tendono ad essere madri o mogli: presenze più rassicuranti per un mondo di uomini. Miss French è una donna piacevole e garbata, infedele civetta con il “capobranco” di turno, difficile da classificare come tipica figura western. Il film, sebbene segua la rotta principale di una trama piuttosto scontata, fa ruotare i sentimenti dei protagonisti intorno a lei, elemento di disturbo nella coppia di veterani Cole/Hitch. Qui entra in ballo la grande sapienza attoriale di Ed Harris, che da dietro la macchina da presa sa come valorizzare al massimo l’espressività del suo cast: ci si immerge così in un mondo selvaggio e antico, con l’occhio moderno attento alla psicologia; un mondo fatto di tenerezze silenziose, di dialoghi brevi e sgrammaticati che dicono più di interi volumi, di sentimenti repressi per fare largo ad una professione letale. La coppia (maschile) non può fare altro che spaccarsi, quando Cole (il migliore in circolazione perché privo di emozioni) comincia a desiderare di accasarsi con la donna; Hitch, invece, che ha dei sentimenti, ma ha anche voglia di continuare a fare il pistolero, non può fare altro che sacrificare la propria amicizia per la felicità del suo collega. Il pregio e la novità di Appaloosa sono presto svelati: mostrarci un West classico, spruzzato di leggenda, senza dover rinunciare ad una storia interiore di personaggi vivi e profondi, che soffrono e amano in un mondo ostile.
Articolo del
04/02/2009 -
©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|