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Baz Luhrmann
Australia
Drammatico, 144’ - Australia, U.S.A.
2008
Bazmark Films, 20th Century Fox Film Corporation - Distribuzione: 20th Century Fox
di
Erica Bruni
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Australia è stato presentato in anteprima mondiale a Sydney con una grande campagna pubblicitaria. Questo progetto è stato seguito da anni da Luhrmann col desiderio di rendere omaggio ai kolossal monumentali hollywoodiani alla Via col Vento e a film come Lawrence d’Arabia. Tante sono le aspettative dopo un capolavoro d’iperrealismo kitsch e barocco come il Moulin Rouge!. Con questo film, però, il regista si lancia in un’impresa ardua e coraggiosa discostandosi completamente dallo stile delle sue opere precedenti, vuole fare qualcosa di diverso, riportare in auge il genere epico in un unico, lungo e costoso film.
La seconda guerra mondiale è alle porte, una donna aristocratica inglese Sara Ashley, lascia il proprio paese e si reca a Darwin per riportare il marito in patria. Lo trova però morto assassinato ed eredita una mandria di bovini nel territorio del nord. Per evitare la svendita assume un uomo, Drover, un rude mandriano che l’aiuterà insieme ad altri inconsueti amici. Nascerà poi una storia romantica fra i due, il tutto unito dal dramma sociale dei bambini aborigeni rappresentati dal piccolo orfano Nullah che cerca di sfuggire dalla cattura dei barbari bianchi.
Purtroppo il risultato non è dei migliori, tutto avrebbe fatto sperare ad un film unico nel suo genere proprio per le qualità registiche di Luhrmann, che con l’impianto scenografico del premio Oscar Catherine Martin lasciava presagire l’ideale per il suo romanticismo kitsch e la sua totale capacità di immergersi nell’opera alternando realismo e fantasia. Invece sembra quasi che abbia perso la propria vena di creatività, il film sembra non riuscire a prendere una strada precisa a livello drammaturgico, personaggi troppo stereotipati, storie fin troppo prevedibili, e ingenuità narrative.
Baz Luhrmann si ferma ad un mero esercizio di stile delle grosse produzioni del passato con una travolgente storia d’amore sullo sfondo di uno specchio storico-sociale doloroso come la seconda guerra mondiale. Per quanto riguarda le interpretazioni, la Kidman è sempre una conferma, splendida anche la fotografia che ricalca le pellicole degli anni Cinquanta, sempre a voler rievocare tinte e atmosfere di un cinema passato come il dolce leit-motiv del film Somewhere, Over The Rainbow canzone famosissima del film Il mago di Oz del 1939 citato metaforicamente in maniera esplicita nel film. Insomma niente di nuovo, e proprio per l’originalità e le qualità sorprendenti delle sue opere precedenti ci aspettavamo qualcosa di veramente eccezionale da questo film. E’ inevitabile rimanerne delusi.
Articolo del
13/02/2009 -
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