|
A seguito dello Scandalo Watergate, il 37° presidente degli Stati Uniti Richard Nixon consegna le sue dimissioni e lascia la Casa Bianca. Mai nella storia era accaduta una cosa simile. Tutto il mondo ha seguito la vicenda per mesi, fino a quel 9 agosto 1974 in cui Nixon abbandona la carica. David Frost, presentatore televisivo inglese, percepisce la rilevanza mediatica dell’evento e decide di organizzare una serie di interviste con l’ex presidente, nella speranza di ottenere soldi e successo oltreoceano.
Tratto dall’omonimo dramma teatrale, da cui il film eredita i due attori principali e lo sceneggiatore Peter Morgan, Frost/Nixon non riduce la narrazione ad una semplice esposizione dei fatti accaduti, ma porta lo spettatore a considerazioni che nel mondo e nella politica di oggi sono attualissime. Il duello del titolo, al quale i due protagonisti prendono parte, non è solo il confronto che li vede contrapposti l’uno all’altro. Per entrambi la vera sfida è affrontare il giudizio e l’opinioni della gente; quella stessa gente che va a votare e che guarda la tv. Frost e Nixon sanno di avere una responsabilità più grande del singolo confronto dialettico: capire che immagine dare di sé e dell’avversario attraverso la messa in onda in televisione del loro scontro.
La riflessione si sposta dunque dalla dimensione umana dei personaggi, alla funzione politico-sociale che assumono. L’immagine televisiva può essere più efficace e più forte della parola; è ciò che si sedimenta nella coscienza della società. Attraverso lo sguardo invasivo delle telecamere, lo spettatore televisivo ha una diversa percezione della realtà:una realtà parziale, selezionata. L’importanza dei mezzi di comunicazione nell’informazione politica è una realtà che ci appartiene ancora oggi. Inserendo, però, questo contesto in maniera silenziosa e quasi invisibile, il film non perde mai il filo del racconto e la tensione narrativa è sempre molto elevata.
L’autore, nonostante il tema a sfondo politico, evita intelligentemente una retorica eccessiva (tanto cara a Oliver Stone) e non cade nell’apologo morale-didascalico. Ron Howard, che abbandona temporaneamente le avventure di Dan Brown, dirige uno dei suoi film migliori, mantenendo uno stile fermo e misurato adatto a mettere in risalto i tratti più profondi dei personaggi, attorno ai quali ruota la storia. Gli attori protagonisti, Michael Sheen e Frank Langella, catalizzano l’attenzione con grande fascino e carisma. Ottimo, però, anche il resto del cast: Sam Rockwell, Matthew Macfadyen, Oliver Platt, e tra tutti spicca Kevin Bacon, nel ruolo del fedelissimo braccio destro di Nixon.
In definitiva, un gran bel film che appassiona e coinvolge dall’inizio alla fine. Aspettiamo di vedere se agli Oscar, con 5 nomination, riuscirà a portare a casa qualche premio.
Articolo del
16/02/2009 -
©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|