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Ari Folman
PEZZI DA OSCAR - Valzer con Bashir
Animazione, 87’ - Francia Germania Israele
2008
Distribuzione Lucky Red
di
Glenda Sampietro
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Ari, regista israeliano, incontra in piena notte un ex commilitone che lo mette a parte di un suo incubo ricorrente: una muta di ventisei cani inferociti lo viene a cercare. Ventisei come i cani che egli fu costretto ad uccidere durante gli assedi dei campi palestinesi nella guerra del Libano nel 1982. Ari - che della guerra non ricorda nulla – sente quindi l’esigenza di un viaggio nella memoria che gli restituisca le immagini di quella esperienza. I suoi incontri con commilitoni, amici del tempo e psicologi lo aiuterà a disseppellire il vissuto del massacro di Sabra e Shatila.
Valzer con Bashir può essere definito un documentario d’animazione. Il film è stato girato dal vero, è stato sonorizzato e montato. Il montaggio è servito da storyboard per le 2300 immagini animate in Flash. La narrazione segue il punto di vista di Ari e dei soldati che erano con lui, ex giovani di leva che dopo la guerra sono emigrati in Europa o rimasti in Israele, tutti con stress post traumatico e tentativi di serenità apparente. Insieme cercano di comporre le immagini che li visitano e li ossessionano. Sogni, incubi, allucinazioni, ricordi vividi, flash, coincidenze tra parole senza senso e crudi fatti.
La prima immagine che affiora alla coscienza di Ari è onirica e lo vede giovanissimo, nudo, mentre sta facendo il bagno nelle acque davanti a Beirut con il cielo che si incendia improvvisamente. L’immagine, muta, omaggio al Coppola di Apocalypse Now, inaugura un trip psichedelico a suon di rock che arriva fino all’urto inevitabile con la realtà del massacro ripreso dal vivo. Tra le immagini memorabili del film: una donna emerge dalle acque durante il viaggio della Love Boat, un soldato danza al ritmo impazzito di una raffica di colpi sparati all’impazzata contro i cecchini in una Beirut da incubo ricoperta dalle gigantografie mitragliate di Bashir Gemayel (il Presidente libanese assassinato), ed infine lo scontro tra un ragazzino palestinese e i militari israeliani in un idilliaco frutteto.
Il cielo stellato e il mare caldo del Medio Oriente così come la neve delle pianure olandesi sono spazi sconfinati che accolgono l’orizzonte doloroso di tante memorie altrimenti frammentate. Le lacune della memoria, che siano omissioni consce o no, restano strutturalmente la zona d’ombra di questo folgorante film. Portentosa la musica di Max Richter.
Articolo del
22/02/2009 -
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