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Il conformismo diventa anticonformista quando un uomo si rifugia nella serenità di un amore ponderato e di sicurezze familiari, economiche e lavorative. In un’epoca in cui il sogno di tutti è fuggire dalla routine e dalla banalità della vita James Gray riesce a sorprendere proprio con un’arma inconsueta: la normalità.
Leonard (Joaquin Phoenix) soffre di una sindrome bipolare e più volte ha tentato il suicidio. È tenuto sotto stretta sorveglianza dai genitori, in particolar modo dalla madre, che vorrebbe proteggerlo dal mondo e da se stesso, tanto da cercare di “indirizzarlo” verso Sandra (Vinessa Shaw), figlia di amici di famiglia, anche loro di religione ebraica. Inaspettatamente nella vita di Leonard compare Michelle (Gwyneth Paltrow), una vicina di casa esuberante ed incontrollabile, che è l’amante di un ricco ed affascinante avvocato della City (Elias Koteas). Michelle lo considera un amico, mentre lui perde a tal punto la testa da proporle di scappare insieme a San Francisco. Sta per lasciare fidanzata, famiglia e lavoro assicurato nella lavanderia che le due famiglie stanno preparando per lui. La follia d’amore sembra prendere forma: i due amanti in fuga verso il nulla, senza alcun progetto, senza denaro, senza futuro, solo la loro passione sfrenata e l’apparente felicità. Un repentino quanto prevedibile cambio di idea di Michelle porterà anche Leonard a ritornare sui suoi passi.
Ci aspettavamo che Leonard, incapace di sopportare la violenta delusione d’amore, si buttasse nella baia di New York o da qualche ponte per sfracellarsi al suolo. Invece niente di tutto ciò e, buttato alle spalle un amore cieco e sconsiderato, imprevedibilmente percorre la strada a ritroso, recupera l’anello destinato a Gwyneth Paltrow e lo ricicla donandolo a Vinessa Shaw. Seppur annientando a piene mani il romanticismo di un sentimento spontaneo, quello che potrebbe sembra un gesto squallido e una sconfitta si trasforma nel lungo e caldo abbraccio in un salotto pieno di « buone cose di pessimo gusto».
Scritto con grande sensibilità e correttamente girato e interpretato, Two lovers è ambientato a Brighton Beach, quasi la periferia di New York, dove i ritmi della grande metropoli si perdono per ritrovarne altri più a misura d’uomo, in cui Leonard e Sandra sono circondati e rassicurati dalla comunità ebraica, dai riti e dalle abitudini familiari, in forte contrasto con gli usi e costumi americani, che vogliono i figli fuori dal nido domestico molto presto.
Two Lovers è la giusta risposta a Into The Wild e a tutti quei film inzuppati di false speranze e sogni adolescenziali, di vaghe accuse ad una società borghese e di vari inni all’amor cortese e ai cuori in fiamme. Two Lovers è la descrizione dell’Amore come unione, come comunione di intenti e di prospettive, di comprensione e pazienza, di tenerezza e semplicità. Un film onesto. Un “film per soli adulti”, ma attenzione: non per adulti disillusi, bensì consapevoli, di ciò che la vita reale è, sfrondata di falsi sentimentalismi e di una retorica antiborghese, diventata paradossalmente assai convenzionale.
VOTO 4/5
Articolo del
31/03/2009 -
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