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Gustave de Kervern - Benoît Delépine
IPPICA, ARRIVO! - Louise Michel
Commedia, 94’ - Francia
2008
MNP Entreprise - Fandango Distribuzione
di
Eleonora D'Aguanno
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Louise (Yolande Moreau), operaia in una fabbrica della Picardia, è in realtà un uomo che dopo 15 anni di galera scontati per omicidio, pur di trovare un impiego, si finge una donna. Michel (Bouli Lanners) è una donna che per arrabbattarsi come può si finge un uomo. Le loro vite si incrociano quando un bel mattino Louise insieme alle sue colleghe trova, senza preavviso, la fabbrica sgomberata. Disoccupate e con un’indennità minima decidono di unire le loro forze per vendicarsi e uccidere il padrone. È allora che Louise incappa casualmente in Michel che millanta di essere un serial killer professionista. Iniziano una serie di peripezie: Michel non è in grado di uccidere alcun essere vivente, quindi ingaggia moribondi in fin di vita. Dopo una pesante ubriacatura i due passano la notte insieme scoprendo così i segreti l’uno dell’altra. Il finale ha un lieto fine perfettamente calzante con l’intero andamento del film: mostruoso.
L’indigenza, la miseria, l’ignoranza in cui i protagonisti vivono rendono l’atmosfera dell’intero film orribile più che grottesca. L’assurdo e la crudeltà assoluta si fondono fino a generare un’opera priva di grazia, in cui regna un cattivo gusto fine a se stesso. Le gag a volte fanno sorridere a denti stretti, raramente ridere. La povertà da cui questi due esseri sono attanagliati non giustifica azioni tanto abiette, né i registi Gustave de Kervern e Benoît Delépine riescono a mettere veramente a fuoco la loro follia, il loro disadattamento o l’incapacità di capire un mondo profittatore e ingiusto.
La fusione di femmineo/mascolino e lo scambio di ruoli, che solo alla fine trovano la loro giusta collocazione, è priva di armonia. Neanche nella complementarità dei due protagonisti c’è armonia: fallisce miseramente il tentativo di far convergere in essa la figura di Louise Michel, anarchica combattente vissuta nel XIX secolo in Francia, che si battè strenuamente contro “i Cesari” e per i diritti delle donne.
L’ennesimo prodotto (nel senso che ne è il produttore) di Mathieu Kassovitz è pessimamente riuscito. Se Louise Michel voleva essere un attacco al capitalismo, un’ode scanzonata alla classe operaia sfruttata e maltrattata e soprattutto un omaggio al personaggio storico, è un fallimento totale: questo nobile progetto mal si amalgama con una certa dose di disgusto, nonostante il prologo con l’“Internazionale” già preannuncia il carattere di non-sense dell’intero film.
Voto: 2/5
Articolo del
07/04/2009 -
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