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I due innamorati Ray Koval e Claire Stenwick scoprono di essere delle spie industriali per delle multinazionali concorrenti. Insieme decidono di truffare le loro aziende e da qui inizia una serie di complotti, doppi giochi e menzogne.
Dopo il bellissimo Michael Clayton, torna alla regia lo sceneggiatore Tony Gilroy (sua la sceneggiatura della trilogia di Jason Bourne) cambiando (non del tutto) stile rispetto al suo precedente lungometraggio.
Non del tutto perché, come nella sua opera prima, anche qui Gilroy si tiene stretto al cinema anni Settanta, sia visivamente che concettualmente, creando una spy story con venature di romanticismo. Accompagnato da un ottimo cast tecnico (con il premio Oscar Robert Elswitt alla fotografia), Gilroy si diverte a inscenare una storia piena di colpi di scena e flash-back che, almeno all’inizio, possono disorientare lo spettatore. Infatti, uno dei difetti che si possono imputare al regista (soprattutto nella parte centrale) è quello di esagerare con i continui cambi di fronte che rendono il film un pochino ripetitivo e non di facile fruizione. Ma questo difetto si lascia subito dimenticare grazie ad una magnifica parte finale (compresa un’ottima scena di suspense) che lascerà lo spettatore sorpreso e molto divertito.
Come detto in precedenza, il cast tecnico è di altissimo livello. Oltre all’ottima fotografia è d’obbligo citare le scenografie a cura di Kevin Thompson, che riesce a trovare ottime location in tutti i paesi in cui il film è ambientato.
Cast in stato di grazia, la coppia Clive Owen e Julia Roberts (già collaudata in Closer di Mike Nichols) funziona alla grande, anche se al primo sono destinati i momenti migliori (tra cui un surreale monologo sulla pizza). Paul Giamatti si conferma un grande attore, anche se all’inizio può sembrare troppo caricaturale, mentre Tom Wilkinson riesce ad essere incisivo nei pochi momenti in cui compare.
Un piccolo passo indietro rispetto a Michael Clayton ma, nonostante i difetti, Duplicity rimane un bel film scacciapensieri, confezionato benissimo, da vedere se si vuole passare una serata spensierata. Un esempio di film che, in questo momento, solo gli americani sanno fare.
VOTO 2,5/5
Articolo del
22/04/2009 -
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