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Un imprenditore russo si accorda con un potente boss londinese per aumentare il suo business con la speculazione nel settore edilizio. L’affare, però, potrebbe saltare quando un gruppetto di malviventi di basso calibro, grazie alla soffiata di un’avvenente commercialista dai loschi affari, ruba sette milioni di euro dalle tasche del miliardario russo. Nel frattempo una rockstar si fa credere morto per darsi alle droghe e all’alcool. In una Londra dove sono funzionari, contabili e assessori a farla da padrone, tutti danno la caccia a chi ha rubato il malloppo e ad un quadro misteriosamente scomparso.
Guy Ritchie, lasciatosi alle spalle il matrimonio con Madonna e un paio di film poco riusciti, torna agli antichi splendori con RocknRolla. I marchi di fabbrica sono quelli che lo hanno reso famoso già dal suo esordio di dieci anni fa’ con Lock & Stock e poi con il suo secondo film The Snatch. Ancora una volta siamo nel mondo della criminalità che serpeggia nei locali e nei pub della capitale britannica, con tutta una serie di personaggi-stereotipi e situazioni ingarbugliate da romanzo pulp. Il tono scanzonato, l’intreccio imprevedibile e il ritmo forsennato con cui Ritchie ama dirigere i suoi film, sono i segni distintivi di uno stile tutto personale che ne fanno per molti un regista di culto.
A prima vista si potrebbe correre il rischio di considerare RocknRolla l’ennesimo esercizio di tecnica che non aggiunge molto di più a quanto già visto nei precedenti film del regista inglese. Invece, ad uno sguardo più attento, ci si può tranquillamente rendere conto che questo film, anche se rientra nella specificità del linguaggio tipico di Guy Ritchie (sia da un punto di vista formale che contenutistico), evita il pericolo di sembrare già visto o scontato nello svolgersi della trama.
Londra non è più solo quella dei piccoli quartieri popolari dove le scommesse clandestine e il traffico di droghe, più o meno pesanti, erano le fonti di maggiore guadagno per criminali come Mr. One Two (Gerard Butler) e il suo mucchio selvaggio. Personaggi come l’assessore, il magnate russo, la commercialista (Thandie Newton), la rockstar (Toby Kebbel) ci portano lontano dalla Londra vista in Lock & Stock o in The Snatch. Non più i piccoli diavoli a cercare di venire a capo, anche in modo fortuito e rocambolesco, da un debito col capo di una bisca; magari per colpa di una partita a poker truccata o un incontro combinato di boxe. Il panorama della Londra di oggi ci mostra la malavita in giacca e cravatta che preferisce far uso di impiegati statali e contabili, anche se in definitiva ogni disputa è sempre una questione di soldi. Una spartizioni di ruoli a più livelli, dove ognuno gioca una parte rilevante nel susseguirsi degli eventi. Così, lentamente, l’attenzione del film si sposta su dettagli che pian piano prendono forma e conducono la storia ad un finale inaspettato e affatto banale.
Quelli che pensavano che Guy Ritchie fosse giunto prematuramente nella fase discendente della sua carriera, dopo questo film dovranno ricredersi. Dimentichiamoci dunque questi ultimi anni, godiamoci per adesso questo RocknRolla (potrebbe forse avere un seguito) e aspettiamo ancora qualche mese prima di vedere Sherlock Holmes secondo Guy Ritchie.
VOTO 3,5/5
Articolo del
29/04/2009 -
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