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Ispirato all’omonimo romanzo di Antonio Incorvaia, nelle sale da venerdì scorso Generazione 1000 euro, la nuova commedia sentimentale italiana di Massimo Venier. Giovanile, ma con la quale con freschezza e simpatia si toccano temi importanti.
Beatrice, Francesco, Angelica, Matteo: ambizione, positivismo, tenacia, pessimismo. Quattro aggettivi che se vogliamo sono necessari alla sopravvivenza oggi per i giovani, rispettivamente per arrivare lontano, per credere in quello che si sogna, forza nel volerlo raggiungere, realismo e umiltà per mantenere i piedi per terra. Le quattro sfaccettature, i quattro modi di vivere una realtà sociale ormai oggi comune ai giovani, quella del precariato. Matteo (Alessandro Tiberi), un giovane trentenne laureato e con una grande passione per la matematica ha un sogno, quello di diventare docente universitario, ma la strada è lunga e così si accontenta di lavorare per mille euro o poco più al mese per una multinazionale di marketing ormai sull’orlo del fallimento. L’unica sua certezza? Che sarà licenziato. Coinquilino di Francesco (Francesco Mandelli) , mago della Playstation e proiezionista in un cinema, vive a Roma in un mini appartamento ridotto ai minimi termini lottando per l’affitto e le vicissitudini di ogni giorno. Due new entry nella sua vita, saranno capaci di sconvolgerla completamente e ridargli la convinzione nei suoi obbiettivi. Beatrice, una neo laureata in Lettere con grande voglia di arrivare a ciò per il quale ha fatto sacrifici, in perenne attesa di supplenze, è il personaggio sicuramente più positivo del film, semplice, dolce ma forte. Interpretato da Valentina Lodovini, insegna a non abbandonare mai quello in cui si crede e al non accontentarsi mai. Angelica (Carolina Crescentini), vice direttore di marketing, è invece il prototipo della donna manager di oggi, pronta a tutto per la carriera. Anche altri sono gli attori che vi partecipano, come Francesco Brandi e Paolo Villaggio nel ruolo del docente universitario. Come il regista stesso ha voluto specificare, il film non vuole criticare o avere la presunzione di provare a suggerire “soluzioni” al problema, ma vuole solo illustrarlo, sperando possa essere una sorta di incentivo per i giovani.
Finalmente quindi, un nuovo quadro di una generazione che non vive solo di malumori, ”malinconoia” o di lucchetti ai ponti, ma che spera e ha il coraggio, nonostante le difficoltà, di combattere per quello in cui crede, anche se forse sarebbe il caso di specificare quando ci crede.
VOTO: 3,5/5
Articolo del
07/05/2009 -
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