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Udite udite! Per la prima volta nella storia ultraquarantennale di Star Trek si potrà guardare tranquillamente un film cinematografico della saga senza dover avere in tasca la tessera del fan club!
Il regista J.J. Abrams, (il guru televisivo di Alias e Lost), nonostante abbia chiaramente affermato più volte di amare più Luke Skywalker che il capitano Kirk, un’affermazione a rischio linciaggio per molti trekkies, ha girato una pellicola revisionista che ha portato il verbo Trek là dove non era mai giunto prima, cioè alle orecchie (non a punta) dei profani... i veri fans tuttavia, in crisi d’astinenza da film ormai da sette anni, dall’ultimo (pessimo) esito della saga, aspettavano di buttarsi a corpo morto su qualsiasi prodotto in uscita...
Tra di loro il sottoscritto, grande appassionato certo, ma illuminato anche dalla ragione e dal gusto per il buon cinema, che può onestamente premettere questo: Star Trek, prodotto squisitamente televisivo, aveva sempre fallito sul grande schermo. I dieci precedenti film cinematografici della serie erano sempre rimasti confinati ai fans, principalmente perché presentavano un cast ormai anziano e bollito da anni di TV, e annacquavano le dinamiche puntate di 45 minuti del piccolo schermo in micidiali pellicole di due ore, dove spesso era la noia a sedere sulla poltroncina del capitano. Abrams, dalla sua ottica esterna alla saga, è riuscito subito a capire questa importante verità, più scomoda di un libro di Dan Brown: non si può portare Star Trek dalla TV allo schermo così com’è, diverse le caratteristiche dei due media, diversi i bacini di pubblico, un altro mondo insomma. Tradimento? Certo, ogni traduzione lo è…
Invece di scegliere i grandi temi di filosofia morale, di ottimismo e fiducia nelle qualità positive dell’umanità, del rapporto con le culture aliene che caratterizzavano l’originale del defunto Gene Roddenberry, si opta per una materia più filmabile per il grande schermo, che è lontano dai budget rigidi della TV: uno sguardo alla giovinezza dei mitici Kirk e Spock, e ai passi che li portarono sulla plancia della famigerata Enterprise; il tutto intessuto nella trama di un kolossal d’azione, dove la terribile minaccia viene da un oscuro futuro e costringe gli eroi a dare una spinta al proprio destino. Inutile dire che Abrams si prende ampie libertà con il canone trekkiano, modificando a piacimento eventi, tecnologie, personaggi, pur non mancando, bontà sua, di disseminare strizzate d’occhio ai fans. Eppure la magia del vero cinema riesce a farci visualizzare, con già con poche scene iniziali sapientemente girate, eventi che in TV non sognavamo neanche. Il futuro capitano Kirk, irrequieto e spaccone James Dean dell’Iowa, adrenalina-dipendente, erotomane, che fa una “corsa del coniglio” in stile Gioventù bruciata per sfuggire ad un poliziotto, che scatena una rissa in un bar, che trucca un computer per riuscire nella prova d’ammissione all’accademia. Il suo futuro braccio destro Spock, geniale vulcaniano, che vive l’adolescenza diviso tragicamente tra l’atarassia del suo lato alieno e le incontrollabili emozioni del suo lato umano, e per questo inviso alla sua stessa gente.
A conti fatti credo che questo film della saga sia davvero il primo giudicabile criticamente con cognizione di causa, dato che permette di lasciarsi alle spalle la serie TV e di poterlo valutare come prodotto davvero cinematografico: basterebbe questa considerazione per decretare il successo degli intenti di Abrams, e per fargli avere il plauso degli esperti. E poi, non essendoci altri progetti Trek all’orizzonte, quello di Abrams rischia di diventare presto l’unica saga ufficiale, grazie ai sequel che non si faranno attendere…
VOTO: 4/5
Articolo del
20/05/2009 -
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