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Nella città di Darkness Falls, a metà fra metropoli e paese di provincia americana, vive la leggenda della strega Dentina, che turba le notti dei poveri fanciulli che perdono il loro ultimo dente di latte. E’ vietato guardarla in faccia, pena la persecuzione e tragiche disgrazie. Non ha pietà la malefica strega di nessuno, neanche di Kyle, il bellissimo Chaney Kley, che per coraggio o per incuria (non si evince dal film) la vede in faccia, o meglio ne vede la maschera, e, condannato (incredibile!!) “alla luce perpetua”, si troverà a doverla affrontare direttamente per salvare il piccolo Michael dalla condanna a morte che la strega sembra preannunciargli. Alla ricerca di un’atmosfera horror elettrizzante e mozzafiato, che quest’anno fra i film da noi scelti c’è stata regalata solo da The Ring, il regista di Al calar delle tenebre, J. Liebesman, sbaglia in pieno il suo obiettivo realizzando un film banale e dai tanti errori “narrativi”, uno per tutti la via di fuga di Kyle e dei suoi protetti attraverso l’ascensore straordinariamente funzionante durante un black out che coinvolge tutta la città! La sceneggiatura è scarsa, l’intreccio –francamente- ridicolo; il film non decolla da nessun punto di vista: regia, fotografia o quant’altro. I personaggi sono piatti, inesistenti. Appena abbozzati, non hanno nessuna peculiarità che dia loro una fisionomia; non sono riconducibili neanche ad uno stereotipo, vagano per la scena guidati da dialoghi scontati e azioni “plateali” molte volte ingiustificate. Più che ad una proiezione cinematografica sembra di assistere a una demo di un videogioco: gran parte del film infatti è dedicata alle fughe dalla strega Dentina, fra intervalli di luce ed ombra, incredibili salti e futili pistolettate. Pur di creare (o tentare di creare) emozioni horror si resuscitano e trasformano antiche usanze e recondite, quanto infantili, paure. L’impresa di Kyle, il terrore di Michael, il rischio corso da tutta la città di Darkness Falls non hanno nessun buon elemento che dia effettivamente vita al film. Per il quale non basta una storia qualsiasi per realizzarlo e tanto meno una forma qualunque, magari sigillata da un attore dalla bella presenza.
Articolo del
07/08/2003 -
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