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Michelle Williams e Ewan Mcgregor nell’ennesimo adattamento da bestseller novel. Il film si propone alla critica del Sundance carico di una trama potenzialmente interessante ed attuale; lo spettatore invece si ritrova bloccato nella colpa di una donna che parla poco, esprime emozioni con i grandi occhi e la bocca imbronciata, ma rimane comunque troppo muta anche per un film psicologico: anche se forti e legati ad un inesprimibile dolore, i sentimenti rimangono sviliti dal silenzio continuo e dalla mancanza di spiegazioni efficaci, sia per quanto riguarda i dialoghi, che la regia, troppo spesso monotona in momenti in cui dovrebbe farsi valere sul silenzio dei protagonisti. Ciò non toglie che in alcune occasioni sia proprio questo mutismo psicocinematografico ad esprimere l’angoscia della perdita, la paura e la solitudine, ma il senso si perde un po’ nelle pause e nella trama che in alcuni punti tende verso l’action made in Europe.
In ultimo, è difficile capire se Incendiary sia un film psicologico, di coscienza sociale o un thriller terroristico. L’intento sembra quello di mescolare i due, ma il successo nell’operazione è limitato ed il risultato è un film spezzato e difficile da seguire. Difficile esprimere un giudizio in merito però, perché forse la regia intendeva proprio trasmettere la rottura del corso di una vita e poi due, tre e di un’intera nazione, della società di fronte ad un atto dirompente e drammatico. Rimane imponderabile senza la parola della regista. La confusione nella visione e nel giudizio rovina leggermente, in ogni modo, la buonissima premessa: Michelle Williams interpreta una donna adultera che perde il marito ed il figlio in un attacco suicida perpetrato in uno stadio di Londra, proprio mentre si trova nella camera d’albergo con l’amante, Mcgregor. In seguito la donna si trova a conoscere e frequentare la famiglia, moglie e figlio, dell’attentatore che le ha portato via la sua, mentre l’amante indaga.
Le possibilità potevano essere infinite, profonde ed importanti, ma arrivano al pubblico sminuite e lentamente soporifere. Tirando le somme, non si tratta di un brutto film, ma non brilla come avrebbe potuto.
VOTO: 3/5
Articolo del
26/06/2009 -
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