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Colori brillanti e brillanti performance di Mark Ruffalo, Adrien Brody e Rachel Weisz (e Rinko Kikuchi, nel ruolo della silenziosa e dinamitarda Bang Bang). “The Brothers Bloom” sono i migliori truffatori del pianeta, uno l’ideatore di intricati plot, scenari e appigli, l’altro l’attore delle storie; insieme si giocano milionari ed ereditiere. Finché Bloom decide che è arrivato il momento di cambiare vita, e proprio con un’eccentrica ereditiera, Penelope, i fratelli mettono in scena lo spettacolo finale. Una funambolica ed eccentrica avventura, ricca di svolte e risvolti, battute sagaci e la costante presenza di Rachel Weisz nei panni di Penelope, che con i suoi occhioni e la bocca imbronciata cattura perfettamente l’immagine di una ragazza dolce, apparentemente innocente e fondamentalmente strana. Come strano è tutto il film. Sembrerebbe ambientato negli anni Venti, o Trenta, a volte in altri anni ancora. C’è poi uno strano cammello, scena per altro imperdibile, che si aggira in un parco di Londra; una cabrio gialla fiammante che sfreccia lungo la banchina del porto dove sta per partire un ferry boat alla Tom Sawyer. Costumi e scene sono per la maggior parte indicative del periodo temporale precedente la seconda guerra mondiale, ma ci sono strani momenti, strane inconsistenze inspiegabili che rendono il film ancora più interessante di quello che già non è con un leader come Brody. Allegro e sensibile, The Brothers Bloom è un piccolo capolavoro, una cornucopia del cinema post moderno, strano e affascinante, accattivante e divertente. Con una punta di amore e buoni sentimenti.
Secondo film del regista, che riesce a trasmettere tanta gioia, tanta buona tecnica e soprattutto una strana stranezza che cattura e affascina, il tutto con grande professionalità, editing eccellente ed una colonna sonora eccezionale. Non è fatto per essere capito fino in fondo, ma ammirato, goduto, con un sorriso ed una lacrima.
VOTO: 5/5
Articolo del
29/09/2009 -
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