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Neill Blomkamp
District 9
Fantascienza, 112’ – U.S.A.
2009
Key Creatives, QED International, WingNut Films, Wintergreen Productions/ Sony Pictures Releasing Italia
di
Omar Cataldi
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Vent’anni fa una colossale astronave carica di alieni confusi e denutriti terminava il proprio viaggio interstellare sopra Johannesburg, Sudafrica. Oggi quegli alieni, soprannominati gamberoni per il loro aspetto fisico, vivono ghettizzati in un’ampia bidonville fuori città, il Distretto 9, in condizioni igieniche e sociali precarie, e si stanno moltiplicando pericolosamente: è tempo di trasferirli senza troppi complimenti in un lager più ampio…
Il geniale hobbit barbuto della Nuova Zelanda, Peter Jackson, fa ancora centro, stavolta come produttore: un vento di novità fantascientifica soffia dalla più inattesa delle periferie anglofone del mondo, il Sudafrica. L’ex guru de Il Signore degli Anelli sforna un eccellente B-Movie (che tuttavia non ha nulla da invidiare alla fastosità produttiva dello Star Trek di Abrams) interamente realizzato laggiù con cast e regista locali (e sconosciuti al mondo occidentale) e calato nella difficile realtà storica e sociale del Continente Nero.
La vicenda narrata si dipana sullo sfondo di tutti quei problemi che hanno afflitto nel recente passato (e ancora affliggono) quei popoli: l’apartheid umani/alieni si sostituisce a quello bianchi/neri, è troppo evidente anche per menzionarlo (anche per questo la scelta sudafricana non è casuale). Ma anche il problema dei rifugiati e dei profughi che fuggono in massa dall’invivibilità delle proprie terre natie: e gli alieni malmessi appena giunti sulla Terra delle prime scene del film, ci ricordano scene viste fin troppo frequentemente in quel di Lampedusa e non solo. Su questo tappeto niente affatto disprezzabile in un film d’evasione scorre però la storia di un uomo comune, Wicus van der Merwe (magnifico sentire finalmente dei nomi diversi dai soliti eroici nomi anglocentrici), burocrate da scrivania cui viene assegnato il compito delicato di censire e sfrattare gli alieni. Infettato da una misteriosa sostanza, comincia gradualmente a trasformarsi in un gamberone, esperienza kafkiana che lo rende una preziosa cavia per il solito bieco governo filomilitarista; ma soprattutto un modo estremo e inatteso per fargli fare i conti con un punto di vista mai considerato prima, quello degli alieni.
Il film si trasforma rapidamente (proprio come il protagonista) in un action movie godibilissimo, nonostante alcuni snodi piuttosto scontati, dove però trovano spazio momenti di riflessione, di tenerezza, e persino di commozione. L’amore di Wicus per la moglie, e dei suoi collaboratori e dipendenti per lui (punteggiature della storia in stile documentaristico), la condizione di abbrutimento in cui vivono gli alieni, l’amicizia sviluppata con uno di loro dal protagonista, contribuiscono a creare un ambiente realistico e credibile capace di ancorare a terra un’opera di fantasia.
I grandi, meritatissimi (e forse inattesi) incassi statunitensi della pellicola, potrebbero certo autorizzare un ineluttabile sequel, dato che la disperata vicenda di Wicus e degli alieni vengono lasciate (furbescamente?) in sospeso; certo il pubblico per una volta sembra aver premiato la qualità di un pugno di sconosciuti, piuttosto che la sempre più diffusa mediocrità di star ben note ormai in declino.
VOTO: 4/5
Articolo del
06/10/2009 -
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