|
Arriva Halloween e Michael Myers torna ad Haddonfield con un solo scopo, riunire la sua famiglia. Inutile dire che chi si troverà sulla sua strada farà una brutta fine…
Reduce dalle massacranti critiche ricevute in patria arriva da noi il nuovo lavoro del regista/ sceneggiatore/ produttore/ musicista Rob Zombie, giusto giusto per la ricorrenza a cui dà titolo il film. Critiche incomprensibili visto che Zombie probabilmente firma il miglior horror degli ultimi anni che riesce a superare il suo, comunque ottimo, predecessore del 2007 (di cui il regista si ritiene insoddisfatto). Ci si accorge già dal primo, insostenibile, quarto d’ora ambientato in un ospedale, che siamo davanti a un grande film dell’orrore. Il grado di tensione e violenza è alle stelle tanto da far pensare di non riuscire ad arrivare alla fine della proiezione.
Questo non è un film horror per adolescenti alla Saw o Hostel. Nonostante, paradossalmente, i film appena citati siano molto più splatter, il nuovo lavoro di Zombie li supera per violenza e ribrezzo. Ribrezzo perché la violenza mostrata in Halloween 2 è una violenza realistica e mai sopra le righe: se gli omicidi di Michael Myers mancano di “inventiva” (le sue innumerevoli vittime periscono solamente sotto il suo coltello), si nota chiaramente che quello che interessa al regista è l’effetto che questa violenza ha sulle vittime. Già la protagonista Laurie in questo sequel presenta ferite psicologiche e fisiche (e Zombie non si tira indietro dal mostrarcele come mai è capitato prima in uno slasher movie), causate direttamente dalle violenze subite dal primo episodio. Mentre per le altre vittime la violenza e il dolore arrivano improvvisamente e velocemente, ma tardano ad andarsene. Basti pensare alla scena di un incidente stradale (non preoccupatevi non è uno spoiler) in cui viene inquadrato per più di un minuto un primo piano insanguinato di un uomo che sputa sangue. Ma anche nei vari omicidi di Michael, Zombie ci mostra continuamente primi piani delle vittime che spirano, portando avanti un discorso cinematografico sul dolore iniziato dal suo primo lungometraggio e che qui raggiunge la massima vetta (i titoli di coda ne sono una spiegazione sin troppo esplicita).
Ad aumentare il già alto grado di malsanità che circonda la pellicola ci pensa la sporca, fastidiosa ma magnifica, fotografia di Brandon Trost e la bella colonna sonora (con un uso grandioso della canzone Nights In White Satin dei Moody Blues, protagonista della sequenza migliore del film).
Certo, i puristi della saga magari saranno scioccati nel vedere i loro beniamini stravolti da Zombie (Laurie è diventata una pazza, il Dr. Loomis è un avido e sgradevole sfruttatore del dolore) ma, se il senso di un remake è prendere materiale già esistente e rielaborarlo, il regista ha raggiunto pienamente il suo scopo. Infatti se la mitologia di base è carpenteriana, questo Halloween 2 trasuda Rob Zombie da tutti i pori. E ciò è un bene, visto che in questo momento è l’unico regista a riuscire a far uscire lo spettatore dalla sala turbato e con i nervi a fior di pelle. Cosa che qualunque vero horror dovrebbe fare.
VOTO: 4/5
Articolo del
20/10/2009 -
©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|