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Jonathan Mostow
Il mondo dei replicanti (Surrogates)
Thriller, Azione, Fantascienza, durata: 104’ – U.S.A.
2009
Touchstone Pictures, Mandeville Films, Road Rebel / Walt Disney Studios Motion Pictures Italia
di
Omar Cataldi
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Tra quarant’anni Second Life sarà solo un lontano, sfocato ricordo: la perfezione dei nostri bellissimi avatar troverà la sintesi finale nei surrogati, delle sofisticatissime copie robotiche per tutti noi che vivranno le nostre vite, pilotati a distanza da noi stessi, comodamente seduti in poltrona. Lo scenario propostoci da Il mondo dei replicanti è quello di un mondo perfetto, praticamente senza crimine, popolato da gente bellissima e aitante, che sembrerebbe uscita da uno spot elettorale.
Ma tanta letteratura, tantissimo cinema del futuribile, nonché un famoso libro di una certa importanza religiosa ci hanno tristemente insegnato che l’Uomo non è stato creato per vivere nell’Eden, ma che deve “guadagnarsi il pane con il sudore della fronte”; un mondo liscio, levigato, senza brutture, non è altro che una lenta morte vivente.
Ne è cosciente Tom Greer (Bruce Willis, attore consumato, in molti sensi), agente dell’FBI, costretto ad usare un surrogato suo malgrado per lavoro, e praticamente estraneo ad una moglie (da anni chiusa nella stanza accanto) che vede sempre e solo “in copia”. Un’indagine su un misterioso killer di replicanti, e sulla sua arma in grado di uccidere sia le copie che gli umani connessi ad esse, lo porterà ad un complotto volto a sovvertire l’uso mondiale degli stessi surrogati: a quel punto Greer dovrà scegliere se sventare tale piano o, paradossalmente, assecondarlo, solo per tornare al passato rimpianto di un’umanità più vera (e per poter finalmente riabbracciare la recalcitrante e sfregiata moglie in carne ed ossa).
Il film di Jonathan Mostow, tratto da un’omonima graphic novel, si muove sui consueti binari di un medio/mediocre prodotto hollywoodiano di fantascienza, e perciò lo vedremo presto tra i dvd in offerta speciale nelle grandi catene di supermercati; l’ingannevole titolo italiano fornisce un’arbitraria ma seducente connessione a pellicole come Blade Runner, certo, ma il film stimola diverse riflessioni sociologiche nello spettatore che riesce a cogliere alcune sapienti pennellate. In un mondo di piatta bellezza si fa fatica persino a provare forti emozioni: per questo la “droga” dei surrogati è uno speciale tubo che lancia scariche elettriche piacevoli/dolorose, per provare l’ebbrezza della vita ormai quasi dimenticata. Minore luce invece viene fatta su altri aspetti della vita surrogo-umana: come si riproduce l’umanità? Un’inquietante falsa pubblicità all’interno del film accenna a bambini-surrogati... Se sentite un brivido di orrore al pensiero, significa che fortunatamente non siamo ancora pronti per un tale mondo perfetto... VOTO: 2,5/5
Articolo del
29/01/2010 -
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