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Nine e la fiera dello stereotipo. Ecco il sottotitolo adatto per la nuova fatica del coreografo sbarcato alla regia Rob Marshall (nel suo curriculum il riuscito Chicago, il noioso Memorie di una Geisha e, prossimamente, il nuovo capitolo della saga dei Pirati dei Caraibi). Chiudete gli occhi e pensate a tutti gli stereotipi su noi italiani (per dirla alla dottor Birkmeier in Fantozzi: mafia, spaghetti, baffi neri): ecco, in questo film li ritroverete tutti. Nine può quindi funzionare per chi non conosce niente del nostro paese? Ahimè, no. Non capiamo niente dell’ossessione e dei tic del regista Guido Contini (come mai non “Anselmi”? problemi di copyright?), del suo rapporto con le varie donne della sua vita, delle sue manie cinematografiche: insomma, non capiamo il protagonista e ci pare solo un ossesso che trema e fuma per tutto il film. Ma Nine è un musical, questi difetti potrebbero essere superati da ottime coreografie e musiche a prova di bomba. Ri-Ahimè, anche qui il film fallisce. Tranne la scena iniziale e il momento con la Saragina interpretata da Fergie, tutte le musiche sono di un piattume raro. E, parlando di un film musicale, è un difetto abbastanza grave non vi pare?
Passiamo a quello che, sulla carta, è il punto forte di Nine ossia il cast. Partiamo dal protagonista Daniel Day-Lewis. Dipersè se la cava ma, visto che stiamo parlando di uno dei più grandi attori viventi, è un po’ poco (e sicuramente non è aiutato dal penoso doppiaggio italiano). Penelope Cruz e Kate Hudson, per il poco tempo che sono in scena, non sono male (non so se più per meriti attoriali o fisici). Nicole Kidman (e quando ci spiegheranno perché si è rovinata con la chirurgia plastica saremo tutti contenti) e una mummificata Sophia Loren non sono classificabili, visto la sciatteria della loro recitazione. Discorso a parte per Marion Cotillard: quando appare la stupenda attrice francese, lo standard del film sale e questo conferma che è una delle migliori in circolazione (ma questo giudizio è un po’ di parte visto che il sottoscritto è follemente innamorato di lei). No comment sulle comparsate italiane (Ricky Tognazzi, Valerio Mastandrea, Martina Stella ecc...).
Insomma Nine è un grande spreco di mezzi. Se la confezione è stellare (a livello tecnico il film è ineccepibile), mancano totalmente un’anima e un cuore. E, se si tratta di un’opera ispirata al grande Fellini (mai nominato sinora per questioni di rispetto), la cosa mi fa arrabbiare parecchio.
VOTO: 1,5/5
Articolo del
05/02/2010 -
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