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Tutto ha inizio con l’uccisione di un gatto, che sembra uno sfinx, ma forse non lo è. Del resto The Book Of Eli, da noi tradotto in Codice Genesi, è proprio riassumibile in un film post-atomico, che forse non lo è. A raccontarci questo nuovo mondo, frutto di una guerra che ha squarciato il cielo e devastato l’umanità, è Eli, interpretato da Denzel Washington, viandante del pianeta terra in compagnia del suo prezioso libro. Il mondo che viene dipinto ha tonalità fredde, dal blu al verde, non c’è spazio per i rossi, la fotografia è ben curata, sia nelle scene d’azione, che nei campi lunghi dove si può osservare un brullo e devastato pianeta terra.
Fondamentalmente Eli percorre un cammino, non immediatamente chiaro; i fratelli Hughes hanno pensato a una regia morbida, che introducesse prima il mondo e poi, quasi a metà film, la storia. Così si scopre che il protagonista compie questo viaggio con una meta ben precisa, l’Ovest, dove troverà la città che è pronta ad accogliere questo libro (pensate a una città americana ed è quella!). Ovvio che il viaggio non sarà privo di insidie né di vari ed eventuali morti ammazzati. Poi, quando si viene a scoprire che, il libro, non è nient’altro che la Bibbia, allora il rigurgito è assicurato.
Bella l’idea che l’umanità, dopo la catastrofe, dia la colpa ai libri, peccato che ce l’aveva avuta, anche se in maniera diversa, Bradbury un bel po’ di anni fa, e che Farenheit 451 sia un film sicuramente migliore di questo. Passi il post atomico alla Ken il guerriero, cartone animato che è molto più piacevole e ‘fico’; passi la bella cornice, la ragazza di turno che mostra bellezze in giro; passino i cattivoni che ci fanno una figura alquanto barbina e ridicola. Ma diciamo che questo Codice Genesi non è nulla di nuovo, né di originale, piuttosto un’accozzaglia di tutti i sopra citati. Tanto meno bella è la fine di questo film. Non si capisce perché molti dettagli, che sono stati inseriti, non abbiano lo spazio che ci si aspetta, come ad esempio coloro a cui tremano le mani , che si scopre essere umani cannibali, che vengono citati per tutto il tempo e si palesano per un paio di scene sotto forma di una coppia di teneri vecchietti e basta!
Se non amate citazioni bibliche, discorsi parareligiosi, poco approfondimento in un film, dove molti dettagli sono lasciati al caso se non la trama stessa e il senso del tutto, Codice Genesi non fa per voi. Se invece amate il cavaliere templare solitario, mezzo sicario alla Assassin’s Creed, mezzo illuminato santone, allora è il film che fa per voi. In entrambi i casi comunque scorre, inoltre la fotografia e le scenografie almeno meritano.
VOTO: 2/5
Articolo del
08/03/2010 -
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