|
Atom Egoyan
Chloe – Tra seduzione e inganno (Chloe)
Drammatico, Thriller, durata: 96' - Canada, Francia, U.S.A.
2009
Produzione Montecito Picture Company / Distribuzione Eagle Pictures
di
Glenda Sampietro
|
|
Catherine (Julianne Moore) è una affermata ginecologa di Toronto. Ha un marito, David (Liam Neeson), musicologo impegnato con conferenze e lezioni in diverse città, e un figlio adolescente, Michael, studente di pianoforte (Max Thieriot). La sera del compleanno di David, Catherine organizza una festa a sorpresa, ma lui telefona per dirle che ha perso l’aereo da New York. Catherine sospetta l’infedeltà del marito e per provarla ingaggia Chloe (Amanda Seyfried), una giovane escort. La situazione le sfugge presto di mano.
In una Toronto sferzata dalla neve, tra avveniristiche architetture, lussuosi alberghi e interni altoborghesi si consuma questo family melodrame, genere che si presta perfettamente come lente di ingrandimento sulla perdità di identità di personaggi fragili. Le grandi finestre sulla città e sui boschi, gli specchi, i corrimano di vetro, le porte scorrevoli, i corridoi sospesi e i separè sono tutti schermi attraverso cui i personaggi vedono gli altri e il riflesso di se stessi. Sono i dispositivi attraverso cui li seguiamo nei mancati riconoscimenti e negli sconfinamenti, nelle violazioni dell’intimità e nella trasparenza ostentata delle loro transazioni economiche. Il prologo in voice over affidato a Chloe converge sul rischio di scomparire nel gioco dei desideri incrociati e nel labirinto dei dettagli che ne costituisono il racconto. Donne bellissime e glamorous popolano i luoghi come apparizioni, sagome indistinte in un gioco di se-duzione infinitamente rifratto. La cosa più difficile è toccare l’altro. Sentirlo davvero. Fare esperienza dell’incontro senza derive nell’inganno. Quando invece questo accade, il baratro si spalanca e la tragedia si chiude. Non è poi così difficile varcare il confine, basta un vetro che si spacca.
Chloe nasce sotto una fortunata congiuntura produttiva, disponendo di budget elevato e cast di prima grandezza. Il produttore è Ivan Reitman, lo stesso di Ghostbusters e Animal House. Il regista è Atom Egoyan, pluripremiato autore di Exoticae Il dolce domani. La stampa americana, e in particolare il New York Times, non ha mancato di sottolineare le conseguenze di questo incontro tra cinema marginal e mainstream. Per la prima volta il regista armeno-canadese non firma la sceneggiatura del suo lavoro, affidata invece a Erin Cressida Wilson, già screen-writer di Secretary e Fur: An Imaginary Portrait Of Diane Arbus. Si tratta infatti di uno scarto notevole rispetto alle pellicole precedenti di Egoyan. Il film soffre di questa autorialità divisa. L’intreccio è prevedibile e alcuni dialoghi mascherano la piattezza con una presunta elusività. Eppure il corpo a corpo dei personaggi con i luoghi comuni della coppia, con l’usura del tempo, l’ossessione della perfezione e la forza dirompente del desiderio è magistralmente diretto. Julianne Moore è il corpo su cui si consuma la battaglia tra sensi e raziocinio, desiderio e distanza. Amanda Seyfried sorride e sembra sciogliersi, sa tessere inganni e non fremere. Una femme fatale. E una ninfa che percorre il film col suo carico di bellezza e morte. Il ricongiungimento finale di marito e moglie ha il sapore di un anestetico post-crollo.
La pellicola è il remake di Nathalie (2003), della regista francese Anne Fontaine.
VOTO: 2,5/5
Articolo del
16/03/2010 -
©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|