Andrea Zacchia HBPM 2024 Wow Records di Giancarlo De Chirico

No, non abbiamo a che fare con una formula algebrica, ma con il “debut album” di Andrea Zacchia, compositore e chitarrista jazz che si è formato all’Università della Musica e al Saint Louis College of Music di Roma.

Il disco si intitola “HBPM” (High Beat Per Minute) ed è stato realizzato con la formula del classico “hammond trio” e vede - accanto al sopracitato Zacchia - musicisti di valore come Angelo Cultreri, alle tastiere e all’organo Hammond, e Maurizio De Angelis, alla batteria. Brani come “HBPM”, “Giordano’s Blues”, “The Ambush” e “Song For Elias” mettono bene in evidenza i virtuosismi chitarristici di Zacchia, capace di fraseggi molto veloci, ma sempre estremamente curati, il “drumming” puntuale di De Angelis e la varietà di soluzioni armoniche proposte dall’Hammond di Cultreri.

L’album viene poi completato da “cover” decisamente indovinate che ci offrono deliziosi arrangiamenti di brani davvero leggendari come “How Insensitive”, “The Days Of Wine And Roses”, “Nuages” e “Send In The Clowns”, delle composizioni musicali che hanno fatto la storia del jazz, del be-bop e dell’hard-bop. Il disco è stato realizzato in soli due giorni e registrato “live in studio” con il proposito di riprodurre un suono che fosse molto vicino a quello dell’ “organ trio” di Wes Montgomery, grande chitarrista jazz del passato, un personaggio che - insieme a Pat Martino - è una delle riconosciute influenze dichiarate dalla band.

Un brano come “Song For Elias” è stato infatti dedicato a Wes Montgomery e al suo metodo improvvisativo e compositivo , denominato “ Minor Conversion”, che ha ispirato da sempre lo stile ed il talento di Andrea Zacchia.

Un album molto ben realizzato di cui vi consiglio l’ascolto. Articolo del  16/05/2024 -  ©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati