Ci sono dischi che ascolti, e poi ci sono dischi che ti ascoltano. "Punti Deboli" di Manco appartiene decisamente alla seconda categoria. Non è solo un EP di cinque tracce: è una conversazione a cuore aperto, una di quelle che ti capitano in una notte insonne, quando le parole scorrono libere e la musica diventa un rifugio sicuro.
Sin dalle prime note di "Stupidi", Manco ti prende per mano con una chitarra acustica che sembra sussurrare confidenze. È una canzone che si siede accanto a te, senza fretta, senza bisogno di alzare la voce. È il tipo di brano che non ti urla le sue emozioni, ma te le lascia intuire, con quella calma che solo le cose vere sanno avere.
Poi arriva "Mai Abbastanza", e l’atmosfera cambia. Qui c’è ritmo, c’è energia, c’è quel pizzico di malinconia che balla insieme a riff decisi. È come una strada dritta che ti spinge avanti, mentre dietro di te restano pensieri che forse è meglio lasciare andare. Lo stesso succede con "Sirena", un pezzo che sembra nato da una serata passata a guardare il tramonto con una birra in mano e troppe parole non dette.
"Contro di me" e "Proiettile" sono invece i momenti in cui ti fermi. Qui Manco si spoglia di ogni artificio, raccontando senza vergogna il peso delle proprie fragilità. C’è una sincerità quasi spietata, ma mai drammatica. La sua voce, graffiata al punto giusto, ti arriva diretta come uno schiaffo gentile.
Quello che colpisce di Punti Deboli" è che ogni canzone sembra avere il suo tempo, il suo spazio, la sua luce. Eppure, tutte insieme raccontano una storia unica, un viaggio che va dritto al punto senza mai perdere l’equilibrio tra la forza delle parole e la potenza del suono.
La produzione di Massimo De Vita e il mixaggio di Paolo Alberta sono la cornice perfetta di questo quadro sonoro. Tutto suona autentico, vissuto, senza quella patina di perfezione artificiale che spesso rovina anche i lavori più sinceri.
Alla fine dell’ascolto, “Punti Deboli" non è solo un EP: è una piccola collezione di fotografie sonore. Ogni brano è uno scatto di un momento, di un’emozione, di una vulnerabilità trasformata in forza. È un disco che non ha paura di mostrarsi nudo, e forse è proprio per questo che ti entra sotto pelle.
Grazie, Manco, per averci ricordato che spesso sono proprio i nostri punti deboli a renderci più umani.
Articolo del
13/01/2025 -
©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|