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Decima puntata della serie di interviste ispirate dal libro di Graham Jones Last Shop Standing – Whatever Happened To Record Shops? - vedi RECENSIONE - sulle condizioni in cui versano le rivendite di dischi che operano al di fuori delle grandi catene.
Intervista rilasciata da Andrea di Billy’s Bones
1. Da quanto tempo esiste il negozio?
A: Ho aperto Billy’s Bones nel marzo del 2002.
2. Quante persone ci lavorano?
A: Solo il sottoscritto.
3. Com’è nata l’idea di aprire un negozio di dischi?
A: La mia scelta è dovuta alla passione (tra l’altro, suono da più di vent’anni) e alla voglia di non dover rendere conto a nessun datore di lavoro... anche se a scapito del portafogli, a volte.
4. I rapporti con le case discografiche? Nel libro, Jones mette in evidenza che le major favoriscono le grandi catene (gli ipermercati) ai danni dei “pesci piccoli”, completamente trascurati. Confermate o smentite la sua asserzione?
A: Se per case discografiche intendi le major, io non ho alcun rapporto, a parte poca roba che prendo da qualche distributore più commerciale; e comunque anche “loro” non hanno la benché minima intenzione di far rimanere in vita i piccoli negozi. In ogni caso, secondo me la musica proposta/imposta dalle major è al 99% immondizia. Io lavoro con etichette piccole, indipendenti, inserite nel circuito rock and roll, per lo più estere. La stessa Billy’s Bones è una piccola realtà indipendente.
5. Veniamo agli acquirenti di dischi: nel vostro negozio entrano più clienti “occasionali” o abituali? Sui guadagni incidono di più le spese dei primi o dei secondi? A: Essendo un negozio specializzato, lavoro più con clienti abituali, con cui spesso si instaura un rapporto di complicità e amicizia e con i quali si intavolano anche interessanti discussioni. Il cliente occasionale entra per fare un regalo a qualche parente/amico che ha la fissa del “rock” (in senso lato), o per chiedermi l’immondizia musicale che non tratto... Comunque, non vendo solo Cd e Lp ma anche oggettistica, abbigliamento, brillantine per capelli, ecc. Un po’ di tutto ciò che fa parte dell’immaginario anni Cinquanta e rock and roll, di conseguenza la gente “normale” entra anche solo per comprare un oggetto di arredamento, una maglietta particolare, una camicia...
6. Età media dei clienti? È vero che gli adolescenti si accontentano di file scaricati dalla Rete?
A: Non saprei se gli adolescenti si accontentano di questi file. Suppongo che tutti scarichino musica, indipendentemente dall’età. Certo, se hai la fissa, i due soldi in tasca che hai li spendi per i dischi... o le droghe. L’età va dai 14 ai 50 anni.
7. Scelta dei titoli da tenere in negozio e dei generi musicali trattati: è influenzata dai vostri gusti personali? Dalle recensioni di testate specializzate (quali?)? Prendete in considerazione le hit-parade? A: Ah! Ah! Non leggo riviste specializzate, a meno che non ci sia una recensione di una delle band prodotte da Billy’s Bones, e non tengo assolutamente in considerazione le classifiche. Credo di non sapere nulla a riguardo, me ne frego se la Pausini è prima, seconda o terza, se i Tokio Hotel sono ultimi, o se Michael Jackson è morto e i suoi dischi si vendono; io non ho venduto mai nulla dei tre menzionati. Billy’s Bones tratta solo: rockabilly, rock and roll, garage, psychobilly, punk, surf, blues e qualcosa di metal.. il resto lo trovi al supermercato o negli Autogrill.
8. Quali dischi avete venduto di più negli ultimi mesi?
A: A parte il gruppo in cui suono (The Bone Machine), ovviamente prodotti da Billy’s Bones, vendo sempre bene band “classiche (Sonics, Meteors, Cramps, Stray Cats e via dicendo) e nuovi gruppi come Luis & The Wildfires, Hot Boogie Chillun, Hi-strung Rumblers...
9. Le richieste più stravaganti ricevute?
A: Eccone tre: 1) Cliente: “Posso avere un caffè?”. Io: “Prego?”. Cliente: “Un caffè!”. Io: “Le sembra un bar? Il bar sta cinquanta metri più in là...”. Cliente: “Ah... e allora si può sapere cosa vende?”.
2) Altro cliente: “Vorrei una batteria”. Io: “Il negozio di strumenti si trova...” (e gli do le indicazioni). Cliente: “No, no, una batteria di fuochi d’artificio!”. Io: “Che?”. Cliente: “Perché, non vendete i fuochi d’artificio?”.
3) Cliente al telefono: “Salve sto cercando un disco”. Io: “Mi dica...”. Cliente: “Non ricordo il nome dell’artista”. Io: “Quindi sa il titolo del brano?”. Cliente: “No... però si trovava sulla colonna sonora di un b-movie anni Sessanta” (e dice il titolo di un film che non ricordo). Io: “E come lo trovo? Hai il film sottomano?”. Cliente: “No... però mi ricordo il motivo”. Io: “Eh?” Cliente: “Faceva così... fff ”(e per 2 minuti abbondanti lo fischia a ripetizione).
10. Avventori bizzarri?
A: Diciamo che la pazzia spesso si ritrova qua... Un tizio entra, mi dice un sacco di numeri, e poi mi chiede: “Posso guardare là?”. E si mette a fissare una mensola per cinque minuti. Un altro, vestito da mormone, voleva piazzarmi un calendario con dei cani; al mio rifiuto mi ha mandato una maledizione, perché secondo lui vendevo roba satanica. Un cliente ladro (un impiegato di banca cocainomane, caduto poi in depressione) per vendicarsi di essere stato scoperto mi ha fracassato tutti e due i vetri blindati del negozio con una “mazzetta” da muratore. Poi c’è gente che cerca di rifilarmi oggetti rubati come se fossi un ricettatore. Gente che mi chiede venti euro e vuole lasciarmi l’orologio in pegno. Uno che dopo più di due anni voleva cambiare una camicia perché ha detto che non gli piaceva più. C’era poi chi veniva a farsi le canne e a bere, per poi andare in bagno e tirare su col naso una bella strisciona... Mentre scrivo è appena entrato uno di questi avventori bizzarri. Dopo avermi parlato per un quarto d’ora di call center, di cartomanzia e del fatto che cerca lavoro (come cartomante, perché lui ci sa fare con le donne di una certa età!) se ne va quasi disperato perché non gli ho dato molta corda...
11. Il disco, o i dischi, di cui mai avreste sperato di sbarazzarvi, che tra l’altro siete riusciti a vendere a un prezzo folle?
A: Non saprei, ultimamente ho venduto varie cose anni Ottanta di punk/hardcore italiano e americano a prezzi buoni...
12. Internet: quanto ha inciso sui ricavi del negozio? Il Web va demonizzato? Lo utilizzate per reperire dischi, anche per le vostre collezioni personali? Vendete dischi on line?
A: Premesso che mi trovo in una piccola città di provincia, dove non c’è nulla, non c’è turismo, e da cui la gente scappa (quando riesce a non diventare tossica), direi che Internet non va demonizzato. Io non mi trovo a Roma, a Milano... né in una via centrale con passaggio di turisti; oltretutto vendo solo musica di nicchia, quindi il Web aiuta parecchio, anzi rappresenta una grossa fetta dei miei ricavi. Vendo anche on line, e (oltre che spulciare nei mercatini) uso il Web per cercare cose che non trovo (soprattutto dischi e chitarre).
13. Ha senso concepire ancora un negozio di dischi come spazio di scambio culturale?
A: Certo, direi di sì, anche se ormai gli spazi di scambio che vanno per la maggiore sono Facebook e roba simile.
14. Secondo Jones a sopravvivere saranno le rivendite in grado di adattarsi ai tempi che cambiano. Portando esempi concreti, l’autore intravede uno spiraglio di luce nella scelta di specializzarsi in determinati generi musicali, di ampliare la gamma di prodotti esposti senza snaturare il negozio (ad esempio, con uno stock di strumenti musicali), di sfruttare le potenzialità di Internet per il commercio on line. Visione semplicistica? Soluzioni troppo onerose?
A: Tutte cose che faccio. Come ti ho detto, non vendo solo dischi e vendo in Internet. Il mio negozio non si snatura proprio perché è nato dalla passione per la musica e lo stile anni Cinquanta nelle sue varie dimensioni e sviluppi. Ho pensato di vendere strumenti, ma non mi piacciono quelli nuovi. Io ho solo chitarre degli anni Sessanta e Settanta, e se dovessi vendere strumenti in negozio finirei per riempirmi di roba vintage!
15. Dieci titoli da portare su un’isola deserta?
The Clash, The Clash Gravediggers, Move It The Sonics, Boom Tom Waits, Bone Machine Pogues, Rum, Sodomy & The Lash Meteors, Wreckin Crew Luis & The Wildfires, Brainjail Johnny Burnette Trio, Rock And Roll Trio Kina, Se ho vinto se ho perso AAVV, Pow City
Ma troppi ce ne sarebbero da citare!
-------------------- Billy’s Bones Via degli Ulivi, 46 04011 Aprilia (LT) 06/92014218 www.billysbones.it
-------------------- GIA' PUBBLICATE:
Intervista "Last Shop Standing" #1: Hellnation (Roma)
Intervista "Last Shop Standing" #2: Rock Bottom (Firenze)
Intervista "Last Shop Standing" #3: Soul Food (Roma)
Intervista "Last Shop Standing" #4: Backdoor (Torino)
Intervista "Last Shop Standing" #5: Vinyl Magic (Roma)
Intervista "Last Shop Standing" #6: Doctor Music (Roma)
Intervista "Last Shop Standing" #7: Radiation Records (Roma)
Intervista "Last Shop Standing" #8: Disco Club (Genova)
Intervista "Last Shop Standing" #9: Psycho (Milano)
Articolo del
25/05/2010 -
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