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Non capita tutti i giorni che la prima biografia mondiale di un grande poeta - e occasionalmente rocker – americano sia scritta in Italia ed esca nel nostro Paese. Federico Traversa, in arte Sandman, si è buttato anima e cuore in quest’impresa, dopo aver letto, un brutto mattino del 2009 (l’11 settembre: vorrà dir qualcosa?), la notizia della morte di Jim Carroll: “Cazzo è morto l’uomo che mi ha, seppur inconsapevolmente, aiutato a trovare una strada. La mia strada”.
Così il libro è il personale tributo di un giovane autore fulminato sulla strada di Damasco da The Basketball Diaries, dalle poesie di questo grande autore post-beat generation, dai suoi dischi tra punk e new wave di inizio anni ’80, Catholic Boy su tutti. Traversa non è un cialtrone: si documenta seriamente, spulcia una rassegna stampa originale cospicua (riportata a fine volume), intervista personalmente amici, conoscenti, colleghi di Carroll per far luce sulle vicende biografiche di un autore tanto importante e rispettato in patria, quanto misconosciuto da noi. Ed è un peccato. Ed è perciò tanto più lodevole l’iniziativa di Chinaski: sfidare un mercato forse recalcitrante e sordo con un’opera che è meritoria di per sé, e più che valida nello specifico. Divisa a decenni, questa appassionata biografia ricostruisce le tappe della vita di questo grande outsider del ’900. L’infanzia in una famiglia di origine irlandese e di religione cattolica; l’angoscia esistenziale della generazione “figlia della bomba” (“Non avevo paura del nondo ma solo del’incertezza se la bomba sarebbe esplosa oppure no”); i successi scolastici, nelle materie e nello sport (Carroll eccelleva nel basket, da cui The Basketball Diaries) e la contemporanea deriva nell’eroina, approcciata a tredici anni (“Carroll scrive nei suoi diari che ha iniziato a usare prima l’eroina della marijuana, perché credeva che fosse la seconda a dare dipendenza e non la prima. Un leggero errore di valutazione”); la conseguente prostituzione minorile per procacciarsi la droga; la stesura di poesie che gli danno la fama a soli sedici anni; il contatto con i grandi poeti beat, il lavoro alla Factory di Warhol; la relazione con Patti Smith, che anni dopo sarà lui a spingere verso il rock’n’roll; la fuga a Bolinas, in California, per disintossicarsi; l’esordio rock con Catholic Boy, giudicato uno dei dischi più significativi del punk newyorkese; l’esaurirsi della prospettiva musicale e il ritorno alla poesia; le collaborazioni con il cinema; tutto, tutto e di più su quest’artista, fino alla prematura morte, quasi per consunzione.
Un libro che è importante avere, anche per scoprire un artista che merita la nostra attenzione.
Articolo del
26/05/2010 -
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