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Questo è un romanzo di fantascienza. Ecologica. Montrucchio prova a immaginare cosa succederebbe se si avverassero le peggiori previsioni che riguardano il cambiamento climatico. Ed eccoci quindi proiettati nel mondo del dopo-Caduta, come viene chiamata la serie di eventi catastrofici che si verificano nel 2088 e sconvolgono clima, geografia, gerarchie politiche internazionali (e che viene narrata in un paio di capitoletti che si immaginano tratti dall’inesistente – per ovvi motivi – L’era della caduta di tale Tito Costa, che entra di diritto nella lista degli pseudobiblium più interessanti che siano mai stati concepiti). In questo nuovo mondo, l’acqua, diventata radioattiva in gran parte del pianeta, è il bene più prezioso: i concetti di Risparmio e Limitatezza dominano, la società è divisa nettamente in quattro classi cui, nella città in cui si svolge la storia, corrispondono quattro quartieri divisi da ferrei checkpoint, il governo è una finta democrazia dominata da politici che sono anche grandi imprenditori a capo di multinazionali che si occupano di quello che è diventato il bene più prezioso: l’acqua. E ovviamente ci sono i ribelli del Mra che sognano la Democrazia Popolare Diretta, sono infiltratissimi dai servizi segreti del Potere e decidono di aprire i cancelli dello Stato proprio quando la più ingente massa di profughi mai vista in cerca di acqua si è ammassata ai confini. Ovviamente, catastrofe, violenze, saccheggi, omicidi, stupri, caos, crollo dello Stato. Il tutto per un intrigo di potere interno al Palazzo. Noi lettori seguiamo la vicenda di Sarah Fennegar, figlia di Oskar, il presidente corrotto, e di Gaël Novak, tossico adolescente figlio di Igon, unico giornalista libero. Riusciranno a sopravvivere? Cosa lega due persone così radicalmente diverse?
Romanzo debitore soprattutto a Ballard, per le sue scene di violenza senza freni in una catastrofe totale, nel collasso di un modo di vivere tutto sommato simile al nostro (sprechi ecologici a parte), e in misura minore a Dick (la descrizione del mondo di domani prima della catastrofe) e ovviamente anche un pochettino a Orwell (il rovesciamento dei concetti di gioco, limitatezza, risparmio, ecc.; il potere onnipervasivo; le poche potenze che dominano il mondo). Punti deboli: è un romanzo a tesi, ovviamente. Il suo intento persuasivo di fondo, benché non proclamato, è presente in ogni momento al lettore, e questo non è un bene. I riferimenti all’attualità, non solo mondiale, ma specificamente italiana, sono ovvissimi: la drammatica situazione delle risorse idriche in gran parte del mondo, ma anche i politici imprenditori e la paventata privatizzazione dell’acqua di cui si parla oggi (ahimé) sono riferimenti di un'evidenza accecante. E anche questo non è un bene.
Punto forte: Montrucchio scrive bene, e alla fine fa calare il lettore nel suo immaginario, rende credibile la storia, appassiona alla sorte dei due protagonisti, al mutamento delle loro personalità e dei loro rapporti. Promossa.
Articolo del
02/07/2010 -
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