Peter Cameron Un giorno questo dolore ti sarà utile 2007 Adelphi economica di Davide Marchioni

James ha da poco terminato la scuola, vive a New York, ha 18 anni ed è in attesa da andare alla Brown University per proseguire i propri studi. Inganna il tempo lavorando nella galleria d’arte della madre, dove si espongono pattumiere di un artista giapponese senza nome (feroce metafora dell’arte moderna vista come spazzatura). In realtà James non è per nulla convinto della scelta di proseguire gli studi, e sogna e cerca in rete una vecchia casa nelle tranquille terre del Midwest americano, dove immagina di poter trascorrere il suo tempo in compagnia della sua solitudine e delle sue letture. Già, perché le ambizioni di James non sono le ambizioni comuni ad un “normale” ragazzo americano che ha appena finito la scuola. E’ un ragazzo strano, James, o almeno cosi viene visto dai suoi genitori, da sua sorella, dal contesto in cui vive. E’ strano perché non ama stare con i ragazzi della sua età, che trova banali, tanto da fuggire dalla settimana della scuola americana a cui partecipano 2 ragazzi scelti per ogni stato americano. E’ strano perché ha sogni inusuali, parla di letteratura e percepisce il subdolo interesse dietro ogni atteggiamento delle persone che lo circondano, anche nel più innocente, come quello della sorella che cerca di convincerlo ad andare all’università per poter ottenere la macchina dai genitori.

Ma è davvero strano James o è strano considerare normale il contesto che lo circonda? E’ strano James o sono strani i ragazzi suoi coetanei, che oltre a non conoscere alcun autore di letteratura si sentono in competizione per qualsiasi cosa, persino per chi arriva prima al fast food? E’ strano James, che si sente solo in una città come New York, dove le persone “vanno per categorie” (le tate, le mamme, le dogsitter) escludendo dai loro mondi tutti coloro che non appartengono a quella categoria? E’ strano James, che per cercare un contatto umano, inventa un profilo in internet su un network di cuori solitari per incontrare John, il ragazzo nero ed omosessuale che lavora con lui nella galleria d’arte e che come lui è alla ricerca di un reale contatto umano, o sono strani i suoi genitori che sospettano di una sua omosessualità solo perché non lo vedono correre disperatamente dietro alle ragazzine della sua età, come si conviene ad un diciottenne?

Molti hanno accostato questo romanzo al giovane Holden. A parte le necessarie distinzioni circa lo spessore letterario tra i 2 romanzi, in effetti alcuni punti in comune ci sono. Lo sguardo cinico e disincantato con cui Peter Cameron, attraverso gli occhi di James, disegna un profondo senso di solitudine e di rifiuto dei canoni sociali della nostra epoca ricordano in qualche modo lo sguardo con cui Salinger ci descriveva l’america della fine degli anni 40: uno sguardo di disagio verso le convenzioni più banali, alle quali però tutti si sottomettono senza ribellarsi, uno sguardo critico con il quale non si ha paura di affrontare il mondo, pur pagandone le conseguenze con l’inevitabile solitudine a cui è condannato chi scegli di non salire sul carrozzone dei normali. E poi la fuga dalla scuola, sia per Holden che per James, come fuga e rifiuto totale della realtà che ci vogliono costringere a vivere. Insomma, se nel 1951 il giovane Holden, alla domanda della sorella su cosa avesse voluto fare da grande lui rispondeva “ essere colui che salva i bambini , afferrandoli un attimo prima che cadano nel burrone, mentre giocano in un campo di segale”, possiamo dire che oggi James ci trasmette la netta senzazione che molti di quei bambini nel burrone ci siano finiti davvero, e la società che dal 1951 ad oggi siamo riusciti a costruire ci sta trascinando un po’ tutti in quel burrone, lasciando sull’orlo del precipizio solo chi è in grado di avvertire il pericolo di un degrado culturale che va combattuto con ogni mezzo.

La letteratura è una delle armi che abbiamo a disposizione, ed il bel libro di Cameron è la dimostrazione che c’è ancora qualcuno che, magari un attimo prima di cadere nel burrone, almeno ne riconosce i margini, e prova a salvarsi, e a salvarci.
Articolo del  13/07/2010 -  ©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati