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Italia, 1984. Tre chitarristi fingerpicking, Mike Mud, Jeff Stone ed Ettore Silenzio detto “12 birre” per l’abitudine di scolarsene altrettante prima di salire sul palco per riuscire a sostenere il confronto col pubblico, sono in tour, nel momento del loro massimo successo: teatri e palatende regolarmente riempiti, interviste a radio importanti, groupies compiacenti e desiderose. Ma non tutto va per il verso giusto: la moglie di Mike Mud è ossessionata dal sospetto che lui la tradisca mentre è in tournée, mentre lui è l’unico dei tre a non gradire la compagnia particolare delle fans; tre groupies tentano un furto dell’incasso della serata milanese; peggio che peggio, alla penultima data del tour, Arezzo, a ridosso della nevicata del secolo, ci scappa il morto. E la storia si intreccia con quella della misteriosa scomparsa, nel 1938, del fisico Ettore Majorana.
Tutto narrato in flashback, il nuovo thriller di Luca Francioso, chitarrista fingerpicking di notevole spessore pure lui, continua assommando una serie di colpi di scena che ribaltano luoghi comuni su luoghi comuni. Come a dire: la realtà è ben diversa da quella che ci ostiniamo a vedere costringendola in soluzioni predefinite, predigerite, rassicuranti. Il romanzo esce per le edizioni di fingerpicking.net, ed è ordinabile sullo stesso sito come su quello di Francioso (www.lucafrancioso.com), non a caso: è uscito a puntate proprio su fingerpicking.net ed è ispirato ai ricordi di Reno Brandoni, altro chitarrista dedito alla suddetta particolare tecnica musicale, il quale negli anni 80 ha girato parecchio con John Renbourn (fondatore dei Pentangle, forse il più grande gruppo folk inglese) e con Stefan Grossman, altro virtuoso, stavolta americano, dello strumento: i due ispirano rispettivamente i personaggi di Jeff Stone e Mike Mud. Altro particolare veritiero è il fatto che incredibilmente la chitarra fingerpicking godette effettivamente di un certo successo a metà degli anni 80, richiamando le folle descritte nel romanzo.
Ovviamente, nei ricordi di Brandoni non c’era nessun delitto, ma essi evidentemente costituivano un ottimo spunto per legare la passione per la chitarra e quella per il thriller di Francioso, che se la cava discretamente, dando vita a un romanzo interessante e che si lascia leggere con piacere.
Articolo del
19/10/2010 -
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