Esperimento di sconfinamento tra i generi quanto mai ben riuscito, questo dello strano trio composto da Lorenza Ghinelli (editor di Taodue, sceneggiatrice e prossima all’esordio letterario in proprio con Il divoratore per Newton Compton), Daniele Rudoni (colorista Marvel, disegnatore free-lance già con Bonelli, insegnante all’Accademia di Belle Arti di Novara) e Simone Sarasso (autore di thriller come Confine di Stato e Settanta, entrambi per Marsilio). È proprio Sarasso la mente perversa che ha ideato questo esperimento: deve averci preso gusto dopo la graphic novel United We Stand con lo stesso Rudoni e l’esperienza di soggettista per la serie interattiva Frammenti su Current Tv (www.frammenti.it).
Così, qui l’apparenza inganna: i nostri poveri occhi di mortali vedono tre volumetti, ma in realtà si tratta di tre dvd che raccolgono l’intera serie di J.A.S.T., serie tv che racconta l’indicibile. Già, dvd e serie tv. Che chissà se mai si realizzeranno (difficile, viste le verità nascoste che qui si provano a svelare e la crudezza di molte scene). Intanto il mirabile trio prova a costruire un romanzo come una serie di episodi tv della durata di 40 minuti ciascuno: un lavoro immane di ripensamento della scrittura, in cui le descrizioni diventano istruzioni per la macchina da presa e per il montaggio, e il termine temporale viene calcolato sulla velocità media di lettura (cosa che avrebbe sprigionato gridolini di gioia da parte di Gérard Genette, il padre della narratologia, immagino). Il tutto, è bene saperlo, funziona. Alla grande.
Ma di che parla J.A.S.T.? L’acronimo sta per Just Another Spy Tale e, come consueto per Sarasso, l’impianto della spy story serve come pretesto per insinuarsi nelle pieghe delle verità ufficiali e scoprire verità non provabili, ma più verosimili e veritiere di quelle ufficiali. Davvero rovinerei la lettura se vi spiegassi la storia. Posso però indicarvi dei luoghi, pertinenti al passato (ricchi i flashback) o al presente (la storia di J.A.S.T.) dei protagonisti: Shangai, Bologna, Beirut, Boston, Congo, Newark, Kabul, Ustica, Langley, New York, Tripoli, Bruxelles, Sanghcharak, Khartoum, Malta, Taraqi, Roma. E posso fornirvi i protagonisti, ognuno dei quali è stato preso amorevolmente in consegna da uno dei tre autori: Aisha, agente CIA; Viscardi, agente segreto; Mordechai Dekhnavitsh, agente del Mossad; più qualche contorno determinante che taccio. L’intreccio di storie (vere) del passato e del presente dà luogo a un intrigo internazionale di fantasia che non è l’elemento reale del racconto: è il grimaldello per scardinare le casseforti dei segreti meglio custoditi degli ultimi 30 anni, raccontando verità scomode e sgradite, non frutto dell’invenzione dei tre autori, ma già oggetto di campagne di controinformazione che non hanno lo stesso impatto di un’opera di fiction, come si sa. La più grande di tutte, quella che sostiene l’intero romanzo, pardon, serie tv e che è documentata dalla “cosa che non dovrebbe esistere”. Non mi credete? A fine lettura e mistero svelato, digitate su Google le paroline magiche che sono le chiavi del complotto e poi ne riparliamo.
Per tirare le fila: opera riuscita, sia nella sua qualità di esperimento che nella sua godibilità narrativa (non riuscirete a spegnere la luce prima di aver completato il vostro quotidiano episodio, come minimo: occhiaie garantite, il mattino dopo). E ancora una volta la narrativa di genere, la fiction nei suoi risvolti più spettacolari, si conferma il medium più adatto a fare controinformazione oggi. Triplice applauso, qualcosa in più per Sarasso, mente dell’operazione.
Articolo del
08/11/2010 -
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