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Cat Power ha una vita molto pallosa, questa è una premessa doverosa. Secondo l’autrice questo è il libro che Chan Marshall, in arte Cat Power, ha osteggiato in tutti i modi, un libro che non avreste mai dovuto leggere ma che nonostante tutto, e grazie alla tenacia di Elizabeth Goodman, ha visto la luce proprio quest’anno. Detto questo, il vero motivo per cui non dovreste leggerlo è perché non appena superata, con fatica, la prima metà del libro la voglia di mollarlo fisicamente, dalla finestra, cresce ad ogni pagina.
L’autrice, forse intimorita dalla figura di questa ragazza cresciuta in campagna, in mezzo a varie forme di ossessione e schizofrenia, è praticamente assente per tutto il libro. Non un solo giudizio o un guizzo che renda almeno appassionante la lettura. La Goodman si prefigge come scopo, conscio, di raccontare tutta la gioventù della Marshall, mentre inconsciamente invece ammorba i lettori con una serie inutile, tanto quanto noiosa, di legami e confusionari intrecci familiari. Quando si parla di musica le cose migliorano leggermente, ma lo stile rimane invariato e monocorde; si passa dai primi concerti in acustico all’incontro con Liz Phair, passando per Steve Shelley (Sonic Youth) e senza dimenticare un amore forte, schiantato altrettanto fortemente, con Bill Callahan, in arte Mr. Smog. Poi le prime crisi sul palco, le urla e i pianti, i live interrotti e il ritorno alle origini, tutto immerso in questa salsa/saga familiare che disintegra la capacità narrativa d questo lavoro. La sezione legata ai making of di ogni disco si concentra più sui testi, spesso tristi e autobiografici, che sulla musica. Poi l’arrivo della crisi totale e il crollo al concerto del 4 luglio 1999, dove Cat stramazza a terra e viene sostenuta dai fan. Infine i dissapori con la Matador per l’album di cover, costruito sia come omaggio ai grandi che l’avevano in qualche modo influenzata sia per allontanarsi dal rock e scindere il personaggio pubblico da quello privato. E fra ricoveri, dipendenze da alcool e apprezzamenti dopo l’uscita di The Greatest il libro continua per 300 pagine a parlare di doppia personalità e ricadute di questa artista che non sembra voler redimersi completamente.
Un libro per soli fan, il resto è trascurabile.
Articolo del
26/11/2010 -
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