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Questo libro è la prova dello stato comatoso, fatte le dovute eccezioni, dell’editoria italiana in fatto di musica (e probabilmente, visto che un editore non è un santo che fa carità o volontariato, dei lettori italiani). Perché? Perché è un libro importantissimo e splendido. Non sono impazzito. Mi spiego. Forse qualcuno si ricorderà la mia recensione, qualche mese fa, dell’ottimo Re Nudo Pop & altri festival di Matteo Guarnaccia, che con grande merito provava a riportare sotto i riflettori quell’importantissima stagione del rock italiano che furono i festival pop degli anni ’70. Ne parlai benissimo (confermo tutto) e, guarda caso, il saggio di Guarnaccia fu premiato come miglior libro musicale dell’anno da “L’isola che non c’era”. Che c’entra tutto questo con Pescetelli? C’entra, c’entra. Perché Nudi & crudi è anch’esso, come recita il sottotitolo, una “piccola storia dei Festival Pop italiani”: solo che l’ottimo Guarnaccia ce la raccontava in 96 pagine, tutta; Pescetelli ne sforna 150 ed è solo al primo volume di un’opera che ne annuncia altri due!!! E che 150 pagine! Dense, zeppe di articoli tratti dalla stampa dell’epoca, siti web in cui compaiono memorie personali, foto e locandine d’epoca: persino i cine e telegiornali d’antan sono stati consultati! Un lavoro titanico, ciclopico, che tratta anche di festival non citati da Guarnaccia, o citati solo come nome, senza approfondimento.
Poche storie: Nudi & crudi è un’opera di documentazione irrinunciabile per qualunque storico della musica italiana, oltre che una lettura appassionante, grazie all’entusiasmo e all’energia che trasudano dai testi dell’epoca, anche per il semplice appassionato. Ottimo il taglio, dunque; fine l’intuizione di comprendere tra i festival pop italiani anche le prime date dei Pink Floyd a Roma, per l’affollamento di band che li precedettero sul palco, in quei giorni al Piper; sfiziose le mille notizie nascoste tra le pieghe del libro; intelligente la scelta di lasciar parlare più che altro i testi dell’epoca concentrandosi sulla musicale e quotidiana: solo quando il clima cambia e l’ombra della politica si allunga sui Festival pop si lascia spazio a un illuminante articolo di “Lotta continua”, illuminate per quello che conterrà il secondo volume. Già, perché Pescetelli ci racconta del sogno capellone nudo e crudo, appunto, quello che visse tra maggio 1968 e maggio 1972. Il libro, tra l’altro, si divora.
E allora perché, di fronte a tanta bellezza, questo libro è la prova dello stato comatoso dell’editoria musicale italiana? Perché esce a spese dell’autore: la casa editrice è fantomatica, un nom de plume per www.failtuolibro.it, e per avere il libro dovrete ordinarlo a Pescetelli stesso, alla mail capellon_2000@yahoo.it. Costa 12 €, e ne valgono tutti la pena. In un Paese normale, che fosse interessato un minimo alla storia della sua cultura, Nudi & crudi sarebbe uscito con finanziamento statale per qualcuna delle più grosse case editrici, e venderebbe bene, perlomeno per un libro di settore. Invece siamo in Italia e dovete scrivere questa benedetta mail al suo autore.
Articolo del
29/03/2011 -
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